Firenze, 30 dicembre 2010 - Non c’è stato neanche bisogno di fare causa. L’errore in sala parto è stato riconosciuto pienamente dall’Asl 10 e, dopo tre anni di trattative, il risarcimento ai genitori di una bambina nata con grossi problemi nel 2001 al Nuovo San Giovanni di Dio è arrivato nei giorni scorsi: un milione e 150mila euro.

 

Una cifra consistente, una delle più alte pagate dall’Asl fiorentina in tema di risarcimenti, ma che riguardano la sofferenza di nucleo familiare colpito nell’affetto più profondo, quello verso un figlio. Una bambina in questo caso che oggi ha quasi dieci anni e che, per colpa di una errata manovra eseguita nel corso del parto, ha subìto un danno cerebrale fonte di gravi problemi neurologici. La piccola è stata colpita nelle sue attività motorie — oltre che inevitabile sofferenza psicologica — comportandole problemi alla deambulazione. Banalmente, non può neppure correre, come invece fanno i suoi compagni di scuola.

 

Ai genitori non è rimasta solo la sofferenza, ma anche il calvario del percorso clinico della figlia, già passata attraverso due importanti interventi chirurgici — che purtroppo non basteranno — per tentare di migliorare quella che i medici definiscono "displegia spastica con ritardo psicomotorio".

 

La piccola nacque nel 2001, ma allo studio legale Pezzano, Soldaini & Partners di Firenze si presentarono molti anni dopo. A raccontare l’episodio è l’avvocato Francesco Cecconi, che ha seguito il caso assieme al collega e socio del suddetto studio Mario Soldaini: "I genitori della bambina vennero da noi convinti che non ci fosse niente da fare, visto che molti medici, ai quali avevano raccontato la cosa, li avevano ‘sconsigliati’ ad andare avanti. Ma volevano capire se quello che era successo era stata davvero una fatalità o se invece i medici intervenuti non avevano fatto tutto il possibile per evitare il grave danno neurologico subito dalla loro figlia. Poi — aggiunge l’avvocato Cecconi — ci dissero che volevano ‘sapere’ anche per poter un giorno raccontare alla figlia i motivi delle sue difficoltà motorie e dimostrarle di non aver lasciato niente di intentato".

 

Così la piccola venne sottoposta ad accertamenti medico-legali che rivelarono come, sì, era stato commesso un errore nel corso del parto. Per il procedimento penale, i termini della prescrizione del reato erano già scaduti, ma per la questione civile il discorso era ben diverso. Fu spedita la lettera di contestazione all’Asl e, dopo una lunga trattativa con una inusualmente costruttiva compagnia assicurativa (allora l’Asl10 ce l’aveva ancora, mentre adesso l’azienda gestisce in proprio i casi di responsabilità professionale), si è arrivati all’accordo extragiudiziale sulla somma di un milione e 150mila euro per la famiglia.

 

"Credo che una notizia del genere — conclude l’avvocato Cecconi — possa incoraggiare anche altre persone che si trovano in analoghe situazioni e che magari si fanno scrupoli ad andare a consultarsi con un legale per un caso di malasanità".