Firenze, 14 dicembre 2010 - IL CLIMA in Ataf è tornato sereno. L’azienda deve fare i conti con i tagli del governo e l’obiettivo del presidente Filippo Bonaccorsi e dei sindacati è limitare al massimo le ricadute sugli utenti, senza mandare a casa nemmeno un lavoratore. Per questo le parti, dopo essersi sedute ieri attorno ad un tavolo per oltre tre ore, lo faranno di nuovo lunedì. Un dato è ormai certo: per effetto della manovra del governo e al netto di eventuali manovre della Regione Toscana, Ataf subirà un taglio del servizio di 3 milioni di chilometri, pari a 143 esuberi.

 

Ma presidente e sindacati vogliono ridurre al minimo gli effetti. Se probabilmente, come anticipato dall’assessore provinciale Angelo Giorgetti, a partire dal 2011 saranno ridotte le corse festive e notturne, non sarà toccato nemmeno un posto di lavoro. Gli unici ad andare a casa saranno i 40 verificatori provenienti dalle liste di mobilità della Provincia di Firenze, assunti lo scorso anno con contratto a tempo determinato e che purtroppo non saranno riconfermati. Al posto loro, 50 autisti, che abbandoneranno la guida per passare alla verifica dei titoli di viaggio. Secondo l’idea di Bonaccorsi, che lunedì presenterà in dettaglio la proposta ai sindacati, altri 10 autisti potrebbero andare a fare i verificatori sul tram.

 

Attualmente, infatti, è una ditta esterna che fa il servizio per Gest. Infine, per evitare esuberi, ci saranno alcune decine di prepensionamenti e modifiche all’organizzazione del lavoro interne a Ataf. Una manovra che dovrebbe riuscire a «salvare» tutti e 143 i posti di lavoro. Soddisfatti dell’incontro di ieri i sindacati. «Il presidente di Ataf – commenta Paolo Panchetti, della Fit Cisl – ha dimostrato un’apertura nei nostri confronti. Dopo le polemiche delle settimane scorse, la tensione si è allentata. Anche perché dobbiamo essere tutti responsabili. E’ un momento delicato. Si sta parlando di posti di lavoro a rischio. Basta con le polemiche, bisogna lavorare per evitare che un solo dipendente venga licenziato».

 

Anche perché, in quel caso, i lavoratori delle sette le aziende fiorentine del trasporto pubblico locale sarebbero pronti a mettere in ginocchio il servizio, anche con scioperi ‘a sorpresa’. «Il giorno in cui apprenderemo che in Toscana ci sarà anche un solo licenziamento – ha detto Americo Leoni, della Faisa Cisal – scenderemo sul piede di guerra». «I nostri costi sono infatti già i più bassi d’Italia. Nella nostra regione – ha aggiunto – non temiamo confronti perché viaggiamo con rimborsi chilometrici, dati dalla Regione alle aziende di trasporto, pari a 2,34 euro, rispetto ai 4,80 della Lombardia o ai 5,20 euro di Campania e Sicilia. Se Ataf, ad esempio, riscuotesse 4,80 euro come avviene a Milano l’azienda avrebbe un ritorno di 100 milioni e chiuderemmo il bilancio in attivo di 15 milioni. Il bilancio Ataf è infatti di 85 milioni annui. I cittadini dovrebbero sapere che solo per Ataf un taglio del 15% significa 1000 corse in meno al giorno».