Firenze, 13 dicembre 2010 - Parenti, amici più o meno stretti, frequentatori degli ambienti gay o anche semplici commercianti. Sono già 15 le persone sentite dagli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile della questura di Firenze, impegnati a districare il giallo intorno al duplice omicidio di Gianni Coli, 55 anni, e della madre, Bruna Boldi, 84, massacrati a coltellate nel loro appartamento di via Baccio da Montelupo 140.

 

Gli interrogatori vanno avanti a ritmo serrato e il numero di testimoni è destinato ad aumentare. I racconti stanno delineando il quadro delle conoscenze dell’ex parrucchiere di Ponte a Greve e le ultime ore di vita di madre e figlio. Su quest’ultimo punto, le persone ascoltate non hanno però sciolto i dubbi degli uomini di Filippo Ferri sull’ora del delitto. Fondamentale, per questo, sarà l’autopsia sui due cadaveri, che si terrà mercoledì. Ci sono infatti testimonianze discordanti: c’è chi dice di aver visto Gianni nel tardo pomeriggio di giovedì, ma gli inquirenti non sono certi che il delitto sia avvenuto nella notte successiva. Più chiara, invece, appare la dinamica del duplice omicidio.

 

Coli e l’assassino vengono infatti posizionati nella camera di lui: è qui che il litigio fa scattare la rabbia del killer. Ed è che qui che potrebbe annidarsi anche il movente del delitto: un raptus dettato dalla situazione del momento — il parrucchiere era in mutande e maglietta — o qualcosa di passionale e premeditato, quindi una persona che già conosceva almeno Coli. L’indagine si dipana partendo proprio da queste due ipotesi. Se fosse un partner occasionale, probabilmente non sapeva neppure che in casa c’era la mamma e, quando se l’è trovata di fronte, l’ha uccisa per non lasciare in vita un testimone sconveniente.

 

Oppure potrebbe trattarsi di un lucido “vendicatore”, che dopo aver eliminato Gianni con sette fendenti alla schiena e all’addome si è accanito anche alla gola della donna. In entrambe le ipotesi, comunque, la Boldi entra nella stanza “casualmente”, perché avrebbe sentito rumori o grida del figlio. Prima di fuggire, l’assassino, come risulta da alcune impronte rilevate dalla scientifica, ha controllato nelle altre stanze del piccolo appartamento che non ci fosse nessun altro. Forse, se avesse conosciuto meglio Gianni, avrebbe saputo che il parrucchiere non aveva fratelli, aveva perso il padre anni addietro e viveva soltanto con l’anziana madre.

 

Oppure si tratta soltanto di uno scrupolo. Chi ha ucciso l’ex parrucchiere e la madre si è premurato anche di portare via il telefonino e il portafoglio, due effetti personali di Coli che non sono stati rinvenuti. I partner occasionali di Coli – che non ha mai fatto mistero delle sue abitudini sessuali, anche in un’intervista trasmessa da ‘Radio studio 54’ - provenivano anche dagli ambienti della prostituzione maschile. Per questo motivo, gli inquirenti si stanno concentrando su questo mondo.