Firenze, 23 novembre 2010 - Al processo per le stragi mafiose del '93, iniziato questa mattina a Firenze, lo Stato non si è costituito parte civile. Lo hanno fatto, invece, Regione e Comune di Firenze. "Non ci siamo costituiti parte civile perché non ne siamo venuti a conoscenza''. Così spiegano dalla sede fiorentina dell'Avvocatura dello Stato.

 

''Non c'è stato notificato nulla per iscritto né verbalmente - hanno spiegato dall'Avvocatura dello Stato - ma solo per pubblici annunci''. Sulla questione i giornalisti hanno interpellato anche il procuratore capo a Firenze Giuseppe Quattrocchi che ha risposto: ''La notifica è stata fatta per pubblici proclami. Sta nella Gazzetta Ufficiale. Così si fa''.

 

Il procuratore capo, interpellato, quando la Corte si è ritirata per decidere sulle parti civili aveva detto: ''Non so se l'Avvocatura dello Stato è in ritardo...''. Nel primo processo fiorentino sulle stragi si costituirono parti civili anche lo Stato e i comuni di Roma e Milano. ''Nel diritto - ha spiegato stamani ai giornalisti l'avvocato Danilo Ammannato, che rappresenta Comune di Firenze e Regione Toscana - vale il principio 'una volta costituiti, sempre costituiti', ma la richiesta deve essere ribadita nella prima seduta di un nuovo processo. Se questo non viene fatto, la possibilità di costituirsi di nuovo parte civile decade''.

 

Incredulo il presidente della Regione Enrico Rossi di fronte alle motivazioni dell'Avvocatura: "Ho dovuto rileggere più volte - scrive sul suo profilo Facebook - non potevo crederci. E se non fosse una cosa davvero seria, ci sarebbe quasi da ridere". Rossi ritiene "vergognoso che lo Stato non si sia costituito parte civile. E lascia senza parole che l'Avvocatura dello Stato si giustifichi dicendo non lo hanno fatto perchè non erano venuti a conoscenza".


 

"Grave l'assenza dello Stato tra le parti civili''. Lo dice l'assessore alla legalità del Comune di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi: ''Anche la politica deve dire la sua nella lotta contro la criminalità organizzata". "Il passato doloroso di quegli anni - ha aggiunto l'assessore - deve essere la radice profonda dal quale trarre consapevolezza e forza. Noi insistiamo nel chiedere giustizia consapevoli che solo uno sforzo collettivo, che veda protagonista anche le istituzioni, porterà la completa verità".