Firenze, 23 novembre 2010 - Ha parlato il preside, Massimo Primerano, che ha spiegato anche come sono stati individuati i 22 ragazzi denunciati alla Digos. E si è sfogato accusando il silenzio di docenti, famiglie, politici: "Sono rimasto solo a difendere la legalità". Hanno risposto gli studenti, con un documento, nel quale manifestano perplessità e accusano. Sulla vicenda del 'Miche' si è espresso anche l’assessore comunale all’istruzione pubblica, Rosa Maria Di Giorgi, che, pur difendendo in parte la decisione del preside, ha parlato di risposta eccessiva. E i docenti? Nella sede del liceo, ieri, in via della Colonna, quando vengono avvicinati preferiscono evitare le domande. "La segreteria è chiusa, il preside non c’è. Tornate domani". Poche parole e via. Bocche cucite. C’è chi ha affretta il passo, chi risponde con un «ho da fare» e chi invita a rivolgersi ad altri colleghi.

 


Altri, raggiunti al telefono, se la cavano con un "no comment". "Se ne parla troppo del Miche", borbotta qualcuno, che vuole restare anonimo. "Basta una sciocchezza e siamo subito sui giornali". Ma c’è anche chi ammette che all’interno dell’istituto, e in particolare tra i professori, di questa vicenda se ne sta discutendo, e molto. La sensazione è che ora — di fronte a tanto clamore — prevalga l’idea che i panni sporchi si lavano in famiglia, ovvero dentro la scuola. Così i docenti, che si trovano tra l’incudine e il martello — cioè tra il preside, dal quale in qualche modo dipendono e collaborano, e i ragazzi, ai quali insegnano e con i quali cercano di costruire un rapporto di fiducia — alzano un muro per difendere il loro lavoro, i loro allievi e il 'Miche'. E preferiscono tacere.

 


GLI STUDENTI, nel documento che hanno messo a punto e che abbiamo pubblicato sul giornale di domenica, hanno spiegato che "il preside ha ritenuto di individuare 22 allievi su diverse centinaia di studenti partecipanti all’assemblea soltanto su indicazioni sommarie e decisamente superficiali di alcuni professori o di alcuni bidelli".

 


QUALCUNO si spinge oltre e dice che, tra quei 22 ragazzi, ci sarebbe anche uno studente la cui sola colpa è stata quella, durante l’occupazione, di aver chiesto ad un docente di poter utilizzare il videoproiettore dell’istituto. Il docente avrebbe acconsentito ma poi, alla domanda che gli è stata posta dal dirigente scolastico, e cioè "chi ha chiesto il proiettore?", avrebbe risposto, come farebbe chiunque, con nome e cognome. Questa ‘leggerezza’ sarebbe costata parecchio al prof, diventato, agli occhi dei ragazzi, una spia. C’è chi racconta che sia anche scoppiato in lacrime davanti alla classe. La polemica al Michelangelo era cominciata con l’occupazione del 19 ottobre, quando la scuola — come tante altre in città — diventò teatro della manifestazione degli studenti. Nei giorni seguenti il preside Primerano stilò una lista di 22 nomi tra coloro che avevano occupato e annunciò la denuncia alla Digos. Mercoledì scorso, in occasione del corteo studentesco in città contro la riforma Gelmini, ci furono slogan e scritte contro Primerano (boia, fascista), con accuse e un volantino minaccioso (Primerano attenzione). Quindi il documento degli studenti che contesta i criteri usati per individuare i 22 denunciati e la reazione di alcuni genitori.