Firenze, 14 novembre 2010 - Sono uno dei 370 operai della Isi di Scandicci. Viviamo da più di 3 anni in un grande stato di preoccupazione. Prima la chiusura della Electrolux, arrivata nel 2008 e preceduta da lunghi periodi di cassa integrazione. Poi le incertezze sulla reindustrializzazione e l’arrivo dei nuovi proprietari. Da allora la fabbrica ha cambiato nome un paio di volte. Fin da subito c’è stata incertezza. E invece tutto doveva filare via liscio.

 

Ci hanno rimesso in cassa integrazione, la produzione ha subito stop per mancanza di materiale. E ora siamo qui, appesi un filo, io e la mia compagna che è anche una collega di lavoro. Tanto per fare un esempio: io sono stato uno degli ultimi a essere licenziato da Electrolux. Era il giugno 2009. Sono rimasto in cassa integrazione fino al febbraio 2010, quando sono stato assunto da Isi. Da allora, ormai è quasi un anno, non ho mai messo piede in fabbrica per un turno lavorativo.

 

Siamo stanchi delle bugie dei manager dell’azienda. Di chi c’è sempre stato, e di chi è arrivato recentemente con grandi clamori. Ora dobbiamo sperare nel sostegno delle istituzioni. Ma non è rimasto molto tempo: il governo nazionale rischia la crisi, e questo aggiunge incertezza; la regione Toscana ha fatto tantissimo, ma ogni giorno che passa si assottiglia il margine di incisività della politica. Siamo appesi a un filo. E con noi tanti colleghi toscani che rischiano il posto di lavoro in una crisi senza precedenti. Penso ai 304 dipendenti della Eaton di Massa. E penso ai duemila della Lucchini di Piombino, con una proprietà che sta trattando con le Banche per ristrutturare il debito di 770 milioni di euro, che sono in attesa anche loro di possibili acquirenti.

 

Un fenomeno, quello della crisi, che tocca anche le regioni vicine. Basta pensare alla Merloni di Nocera Umbra, dove ci sono 1200 dipendenti a rischio, e proposte d’acquisto al vaglio del ministero. Una situazione difficile, che attraversa tutta Italia. E che tiene in ansia tante famiglie, tanti padri e madri, giovani che hanno un mutuo da pagare e non sanno come potranno farlo.