SIGNA (Firenze) - 14 ottobre 2010 - QUEGLI SCREZI costanti con le vicine di casa per l’abbaiare dei cani gli avevano tolto la serenità. E ieri, dopo essere stato condannato per stalking a una multa e a due mesi di carcere (con la condizionale) proprio a seguito della denuncia delle due donne, Giovacchino Sereni, pensionato di 75 anni, ha perso la testa. Così ha accoltellato Annamaria Lotti ed Eva Bigalli, madre e figlia di 64 e 40 anni, a pochi metri dalle loro case in via La Pira, a Signa, nell’hinterland fiorentino. Uccidendo la prima e ferendo gravemente la seconda, che lotta con la morte all’ospedale di Torregalli. L’uomo avrebbe detto ad alcuni testimoni di averle incrociate per caso. Ma è probabile che le aspettasse. Conosceva infatti bene il punto in cui avrebbero parcheggiato le loro auto, un’Opel Corsa e una Matiz, perché da quando erano in corso le liti, le due donne preferivano lasciare le vetture in un posto sicuro, davanti alla telecamera di una banca.

 


E proprio qui è avvenuta l’aggressione. Sembra che l’uomo, con la passione per la caccia, tenesse sempre in auto un coltello. E con questo le ha colpite ripetutamente, mirando al cuore.  «Adesso mi condanneranno per qualcosa di più serio» avrebbe detto dopo le pugnalate. «Ho sentito urlare - racconta un testimone - e ho pensato a un incidente. Poi ho visto il coltello e sono intervenuto, ma non ho fatto in tempo». L’assalitore ha quindi lasciato le due donne accasciate a terra si è allontanato in auto. Ma non è fuggito: ha raggiunto la sua casa, pochi metri più avanti. Il primo a raggiungerlo è stato un altro vicino, fra l’altro membro delle forze dell’ordine. «Ho cercato di calmarlo - racconta - era fuori di sé e voleva uccidersi. Mi ha detto che essendo stato condannato a una grossa multa dal tribunale, era rovinato». La multa pare fosse in realtà di poche migliaia di euro, ma la sentenza ha probabilmente fatto perdere la testa al pensionato, spingendolo alla feroce aggressione.

 


Mentre i carabinieri della stazione e della compagnia di Signa arrestavano l’aggressore, le due donne erano state soccorse dall’ambulanza con medico a bordo della Pubblica assistenza di Signa, dall’infermieristica della Misericordia di Lastra a Signa e da un altro mezzo inviato dal 118. Le loro condizioni sono apparse subito gravissime. Dopo l’arrivo in ospedale, a Torregalli per la figlia e a Careggi per la madre, è stata quest’ultima a cedere per prima. Nella “sala rossa” del pronto soccorso la donna, casalinga, ha avuto diversi arresti cardiaci, resi ancora più difficoltosi dalle tante emorragie provocate da almeno sette coltellate. La figlia, che lavora nel campo sanitario, è stata sottoposta nella notte a un delicato intervento chirurgico.

 

Le sue condizioni sono gravissime, anche lei avrebbe ricevuto almeno sette coltellate. «Questi screzi andavano avanti da troppo tempo - raccontano i vicini - e Giovacchino aveva perso la serenità. Pare che avesse già minacciato le due signore con il fucile e poi con una pietra. Insomma erano liti continue». Alla base di tutto i tre cani, un dobermann e due meticci, delle due donne, che vivevano da sole in una villetta a schiera proprio di fronte al pensionato. A separarli, solo una rete con la siepe e tanto odio. «Non riusciva a sopportare l’abbaiare dei cani - continuano i vicini - e le liti nascevano sempre per questo. Prima c’erano state le lamentele, poi le discussioni, infine le minacce e la causa in tribunale. Giovacchino era diventato sempre più chiuso e cupo». Poi, ieri, la conclusione del processo e la sentenza del giudice gli ha fatto definitivamente perdere la testa.