Firenze, 27 settembre 2010 -  Alessandro Nencini, il giudice toscano che condannò alcuni dirigenti Impregilo per i danni relativi all'Alta Velocità in Toscana, ha intentato una causa civile nei confronti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per alcune frasi pronunciate dal premier all'arrivo a Milano dopo un viaggio inaugurale dell'Alta Velocità Roma-Milano. In quell'occasione Berlusconi aveva definito la magistratura ''metastasi'' che ''applica la legge come un moloch'' riferendosi, tra l'altro, alla sentenza che aveva visto i dirigenti di Impregilo assolti a Bologna e condannati a Firenze per i lavori in quella tratta.

 

Nencini, giudice toscano che appunto aveva emesso quella sentenza, fece causa, chiedendo un risarcimento simbolico di 10.000 euro. Il premier eccepì l'insindacabilità appellandosi all'immunità (per opinioni espresse da parlamentari nell'ambito dello svolgimento delle proprie funzioni) e all'esercizio del diritto di critica.

 

Il  giudice di Milano ha ritenuto però che, come denunciate da Nencini (in attesa del completamento dell'attività istruttoria), le affermazioni di Berlusconi ''non sembrano potersi collegare ad alcuna attività o funzione parlamentare'' del premier e dunque ha trasmesso gli atti alla Giunta delle autorizzazioni della Camera, con la richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione.