Firenze, 9 settembre 2010 - Dieci archi delimitano la parte frontale del loggiato di ingresso. Un grande rosone e altri sei archi incorniciano il portone di accesso alla grande sala della preghiera. Sullo sfondo svettano due minareti.

 

Il sogno della comunità musulmana parte da qui, da un rendering (“solo uno schizzo” lo definisce l’imam Izzedin Elzir) che svela come potrebbe essere la futura moschea di Firenze. Nessun gioco di cupole dorate, nessun colore acceso dai toni visibilmente arabeggianti, nessuna torre che svetta sul profilo cittadino equiparando o addirittura scavalcando i monumenti simbolo di Firenze: il luogo di preghiera sognato dai musulmani ormai diventati cittadini fiorentini ricorda vagamente nella facciata le basiliche toscane, a partire da S. M. Novella.

 

"La filosofia del futuro progetto sarà quella di mantenerne la struttura in piena integrazione con la tradizione fiorentina", spiega l’architetto David Napolitano, incaricato dal presidente della comunità islamica di fare una bozza di disegno da presentare tra qualche settimana al sindaco di Firenze in un incontro ancora non fissato. "Nei nostri precedenti appuntamenti – confessa Elzir -, Renzi ci ha accusato di non avere ancora niente in mano di concreto. In realtà noi vorremmo realizzare la moschea nel rispetto del volere di Firenze e dei fiorentini, aspettando dunque i tempi e le richieste della città. Ma se vuole qualcosa di concreto, gli porteremo questo ‘schizzo’ ".

 

Nella volontà della comunità, sottolinea l’architetto Napolitano, la moschea non avrà nessun tratto esotico o pseudoarabo. Niente che possa suscitare polemiche o essere un motivo di imbarazzo all’interno dell’architettura fiorentina. Niente che possa provocare polemiche come le controversie politiche e legali che hanno creato tante tensioni in Svizzera.

 

"Anche il minareto non è indispensabile - spiega l’architetto Napolitano -: se l’idea dà fastidio o fa paura a qualcuno, possiamo non farlo. Il corano ci indica delle prescrizioni da rispettare, come la grande sala della preghiera, il muro della qibla e la nicchia sacra dove si trova l’imam, tutti orientati verso la Mecca. Nei secoli la struttura si è arricchita di fontane, sale per le abluzioni, locali antistanti la sala principale, porticati. Ma anche il minareto non è una prescrizione rigorosa: laddove non son presenti, il muezzin sale sul tetto per annunciare la preghiera"

 

La moschea fiorentina non assomiglierà dunque alle moschee di altre città come Roma o Segrate, ma più alle chiese fiorentine. "Sarà un luogo di culto creato come profonda riflessione che si allarga a tutto il mondo religioso e alla cultura sacra – dice Napolitano -. Un luogo aperto a tutta Firenze per incontri culturali, religiosi, fruibile da tutti tranne che nei momenti dedicati alla preghiera musulmana".

 

Non esiste ancora alcun progetto, sottolinea l’architetto: "Senza un luogo definito, senza una tempistica, né planimetrie o volumetrie è impossibile per noi realizzarlo. Ma questi disegni sono la nostra proposta per Firenze, perché questa città possa produrre una moschea di alta qualità architettonica, integrata nel contesto in cui si trova, un esempio di cui ogni fiorentino sia orgoglioso nel mondo, un modello di apertura religiosa. Non una cittadella islamica o un ghetto, ma un patrimonio di Firenze".