Firenze, 7 settembre 2010 - La nuova storia di Novoli cominciò di notte, nell’autunno del 1994. Per scrivere quelle carte ci vollero quasi dodici ore: dalla sera fino a poco prima dell’alba. Intorno al tavolone di palazzo Budini Gattai, allora sede della presidenza della Regione, c’erano il padrone di casa dell’epoca, Vannino Chiti, il sindaco di Firenze, Giorgio Morales, rappresentanti della Provincia, del comune di Campi e un resistentissimo Cesare Romiti a sostenere gli interessi Fiat. Infatti, mentre tutti bevevano abbondanti tazze di caffè per tenersi su, lui andava ad acqua.

 

Con un bicchiere di minerale dopo l’altro, arrivò a siglare l’accordo che prevedeva il trasferimento dello stabilimento a Campi e a ottenere le volumetrie previste a Novoli. Suppergiù quelle stabilite cinque anni prima, nel 1989, quando Palazzo Vecchio non potè approvare la variante Fiat-Fondiaria — reperto storico-politico-urbanistico che continua a pesare su Firenze — per via della telefonata 'stoppante' di Achille Occhetto, in odor di accordo Pci-Verdi.  Poi la variante venne riesumata a pezzi. La parte Fondiaria-Castello, con le sue cento articolazioni e l’ipotesi più recente di Cittadella viola, è ancora nelle nebbie e sotto sequestro giudiziario. L’altra, Fiat- Carapelli-Novoli, prese faticosamente forma con la riunione fiume di quella notte. Ma sedici anni dopo è largamente incompiuta. Ed è uno dei '100 luoghi' che il Comune vuole rilanciare e intorno ai quali 'viaggia' il cronista.

 

Palazzo Vecchio scommette su Novoli. Come? Seguiteci. Intanto vediamo i punti fermi. C’è l’Università, che è stata rapida nei progetti e nelle realizzazioni. Va avanti il Palazzo di giustizia. Sono state collaudati i primi due lotti del grande parco, che dovrebbe diventare il fiore all’occhiello di una zona migliorata molto anche sotto l’aspetto dell’ordine pubblico. I verbali della questura segnalano fermi di prostitute romene e di trans sudamericani; qualche furto nei negozi, soprattutto negli orari di chiusura; un po’ di spaccio, comunque in misura assai inferiore rispetto alla Stazione, via Panicale, San Lorenzo. "Effettivamente, Novoli è cambiata in meglio", annuisce un funzionario di polizia, profondo conoscitore della zona. Che si raccomanda del giardino: "Ora è spettrale, respinge la gente, bisogna completarlo e farlo diventare un luogo piacevole di aggregazione".

 

Il terzo lotto è in fase di collaudo. Entro settembre sarà aperta la fontana. E Palazzo Vecchio, questa è una notizia attesa, s’impegna a facilitare l’accesso al parco per chi abita a nord di viale Guidoni, con attraversamento ad hoc e semaforo a chiamata. Ora c’è la rotatoria in plastica: disagevole, lontana. Ma da quella notte del ’94 resta ancora tanto da fare. Cominciamo dal Multiplex, costruzione di nove sale cinematografica molto avviata. Ma zoppa. Per due motivi: a fine luglio è scaduta la licenza della Regione per i cinema. Ma, soprattutto, da due anni, è scaduto il piano di recupero per tutta l’area ex Fiat ed ex Carapelli. E il 22 aprile 2009, il consiglio comunale negò la richiesta di proroga.

 

Morale? Eccoci alle scommesse.Palazzo Vecchio, sottovoce, fa capire che si sta preparando a giocare una nuova partita con l’Immobiliare Novoli che sta costruendo e ha bisogno di certezze. Niente di ufficiale, ma il Comune, sempre fra un sussurro e l’altro, sarebbe pronto ad aprire un tavolo partendo proprio dal Multiplex. Servono spazi per il quartiere, magari una biblioteca multimediale con collegamento internet e luoghi di aggregazione per le scuole. E allora i collaboratori di Renzi pensano: dove il pomeriggio e la sera proiettano film, la mattina potrebbero tenersi assemblee e riunioni di insegnanti e studenti. Domanda: ma il permesso per i cinema? Sempre informalmente, in Palazzo Vecchio accennano alle tante sale chiuse (un 'cimitero' che va dal Gambrinus al Supercinema, dal Nazionale all’Ariston, all’Eolo...) e quindi ai posti-cinema disponibili sul mercato. Sarà questa la soluzione? Oppure la Regione riprenderà in considerazione la concessione delle licenze?

 

In ogni caso, l’ipotesi di demolire il Multiplex, ormai non lontano dal completamento, viene considerata contro logica. Anche perchè, dopo il dissequestro del dicembre 2009, non ci sono impedimenti urbanistici. Se non il piano recupero da ridiscutere, che, come accennato, riguarda tutta l’area che va da via Forlanini ai palazzoni bianchi della Regione. Mancano da costruire, leggete bene, ancora 40 mila metri quadrati da destinare a residenziale, ossia appartamenti, e direzionale.

 

Un attimo d’attenzione. Bene le case, perché Novoli deve diventare un pezzo pulsante della nuova Firenze. Ma i centri direzionali a chi serviranno? Rieccoci al capitolo sussurri: si dice che dopo la rinuncia a Castello, la Regione potrebbe allargare l’insediamento 'novolesco' prendendo la parte che confina coi suoi palazzoni.  Grande partita, dunque. Da giocare rilanciando anche un’altra risorsa: i parcheggi. Ci sono 1.800 posti praticamente vuoti. Ai quali si aggiungeranno i 1.000 sotto il Multiplex e i 2-300 da inaugurare davanti alla Cassa di Risparmio. Come riempirli? Facendo nascere un polo scambiatore quando da via di Novoli passerà la tramvia. Sogni? No, soluzioni. O correzioni. Con la speranza, degli abitanti vecchi e nuovi, di non dover aspettare altri sedici anni per vedere come va a finire la storia avviata in quella lunga notte del ’94, fra tazze di caffè e bottiglie di minerale.
(6 continua...)