Firenze, 22 luglio 2010 - Un’ondata di lettere arrivata a 'La Nazione', ha portato alla ribalta la voce della gente. Su tutte le missive, sostanzialmente, una domanda: “Perchè ci è stata tolta la possibilità di scegliere dove frequentare i nostri corsi di formazione?”. A rivolgerla, oltre duecento persone, desiderose di battere la crisi ed, in molti casi, anche il periodo di cassa integrazione attraverso un’adeguata preparazione, in grado di accrescere professionalità e competenze.

 


Lo strumento, fino allo scorso anno, era quello dei voucher formativi della Provincia di Firenze. Che, di fatto, davano la possibilità di scegliersi un centro di formazione - tra quelli accreditati -, frequentare un corso e pagarlo con il ‘buono’ di Palazzo Medici Riccardi. Quest’anno, con tre milioni e mezzo di euro a disposizione, la situazione è cambiata: il territorio provinciale è stato suddiviso in nove zone, dove si sono costituite altrettante Ati (associazione temporanea d’impresa) finalizzate a partecipare alla gara. Un bando che, in sostanza, ha messo i vincitori nelle condizioni di essere i soli titolari dell’utilizzo dei voucher e limitando, di fatto, la libera scelta dei singoli allievi.

 


Chi è rrientrato nelle Ati, ha ottenuto la possibilità di lavorare. Chi ne è stato escluso, no. Con la scelta lasciata al capofila di ciascuna Ati. “Di fatto - dice Gianpaolo Chirivì, presidente dell’Unione agenzie formative della Toscana - hanno tagliato fuori realtà che non sono emanazione di associazioni o parti sociali. Si è creato cos’, di fatto, una sorta di ‘cartello’, convalidato dall’ente pubblico”.

 


Uno dei casi è quello del Chianti: “Noi - dice Fernando Franchi, presidente dell’Istituto di formazione Franchi - avevamo in Val di Pesa tre sedi e sei persone a lavorare, con anni d’esperienza alle spalle e corsi attivati per centinaia di migliaia di euro. Il presidente del Consorzio Chiantiform ci ha detto che siamo stati esclusi e che è stata inserita nell’Ati una società, la Elea Scrl, con sede legale a Torino ed operativa a Firenze nella sede della Elea Spa, che a sua volta ha sede legale a Roma ed ha chiuso con istanza di fallimento nel 2010. Realtà che nel 2009 risultava essere proprietaria di maggioranza della Elea Scrl con il 96% delle quote».

 


E continua "Mi domando come a una società accreditata e fallita, proprietaria di un’altra agenzia accreditata nella quale le figure di riferimento sono le stesse che hanno fatto fallire la società madre, possa essere fatto ancora del credito? Ci è stato detto che Elea sarebbe stata più adeguata, ma non ci è stato mai comunicato il motivo di questa scelta. E poi - conclude Franchi - qualche tempo fa, a gara in corso, sono stati pubblicati i nomi delle cordate risultate vincitrici. Una predizione che si è poi avverata. Direi che Nostradamus non avrebbe potuto fare meglio....”

 


Tutto già stabilito prima, dunque? E, soprattutto, con quale obiettivo? “Sicuramente - commenta Luciano Lazzeri, presidente regionale della Filins, federazione che riunisce le scuole paritarie - ci sono dubbi sulla legittimità di questa operazione, che uccide la libera concorrenza. Di questo ‘caso’ tutto fiorentino, sarebbe bene appassionare anche le Autorità competenti”.

 


La vicenda finirà, entro breve, anche in Consiglio Provinciale cone le interrogazioni di alcuni consiglieri di opposizione. I voucher sono buoni formativi, rilasciati ai singoli lavoratori, generalmente su presentazione di progetti individuali, per la partecipazione ad attività formative. Il voucher è assegnato al destinatario finale sulla base di un progetto, valutato dall’Amministrazione provinciale e viene pagato all’organismo di formazione a conclusione delle attività corsuali. Il voucher è finalizzato a sostenere la realizzazione di progetti formativi presentati dai singoli lavoratori per dare risposta ad esigenze di aggiornamento e ampliamento di conoscenze e competenze professionali avvertite a livello individuale.
 

 

La modalità dell’offerta formativa nella formazione tramite voucher è quella della cosiddetta 'offerta a catalogo'. Per catalogo si intende un elenco, articolato secondo vari criteri ordinatori, dei corsi organizzati dai diversi enti di formazione che operano a livello regionale e provinciale. "Questo dovrebbe aiutare il lavoratore a scegliere un percorso formativo ad hoc tagliato sulle proprie esigenze individuali" è spiegato nel sito del Misistero del lavoro.