Firenze, 15 luglio 2010 - Il lungo elenco degli edifici a rischio pubblicato ieri sulla Nazione ha già fatto tremare il mercato immobiliare. Che peraltro era già in equilibrio precario, piegato dalle conseguenze di una crisi senza precedenti. Coloro che avevano intenzione di acquistare casa hanno sgranato gli occhi per cercare di capire quali palazzi potrebbero avere problemi.

 

E seppure consapevoli che "si tratti solo di rischio ipotetico", seppure consci che "la talpa scaverà a quaranta metri di profondità" e che "in tutto il mondo si è bucato e scavato e trivellato", e realizzato cunicoli sotto cunicoli per metropolitane e quant’altro, seppure "il passaggio di un treno sotterraneo è meglio che davanti alle proprie finestre", seppure informati e votati alla modernità... hanno paura. Molti, indistintamente, preferiscono non rischiare, evitando per il momento quei 277 edifici. E già che ci sono anche quelli nelle immediate vicinanze. Questo emerge da un primo rapido sondaggio effettuato telefonando ad alcune delle principali agenzie immobiliari fiorentine.

 

Dicono alcuni agenti che non importa spiegare a chi vuole comprare casa che la lista delle palazzine compilata dalla Rfi (Rete ferroviaria italiana) per sottoporli a testimoniale di Stato e monitoraggio topografico non implica danni certi alle strutture, ma serve a fotografare la situazione attuale per verificare lo stato dell’arte prima e dopo i lavori ed evitare anche che qualcuno denunci danni non dovuti agli scavi. Non serve, sostengono, perché il mercato immobiliare, già devastato da tre-quattro anni di crisi, "offre molte alternative, a prezzi più o meno uguali in zone considerate sicure".

 

E comunque, e per fortuna, il percorso della Tav "corre e attraversa aree che erano già depresse — afferma Antonio Taranto, responsabile dell’agenzia 'Italiana Immobiliare' delle Cure —. Appartamenti in strade come via Campo d’Arrigo e parte di via Marconi erano già poco richiesti e sono sempre stati sofferenti per via del traffico e della ferrovia. E’ però prematuro parlare di ulteriore crisi, non è un problema di cui ci si è ancora resi conto giacché la lista è stata appena resa nota. E poi chissà, potrebbe anche essere un valore aggiunto...". Già, perché è un dato che in città toccate dalla Tav come Bologna e Napoli, nelle zone intorno alle stazioni, ci sia stato addirittura un notevole incremento dei prezzi: +40% negli ultimi cinque anni, contro il 26% registrato nel resto della città.

 

Non tutti però sono dello stesso avviso. Piero Bonechi, titolare dell’agenzia 'Piazza Beccaria', è certo che "il crollo delle vendite sarà inevitabile", sostiene. E proprio la sua agenzia ne ha già avuto una prova. "All’incirca un mese fa — racconta — una cliente che aveva firmato il preliminare per un appartamento in via Fra Bartolommeo, vicino all’incrocio con via Masaccio, ci ha ripensato per colpa della Tav. E le abbiamo anche dovuto restituire la caparra". "In strade come via Masaccio, che è rumorosa, e parte di viale Mazzini, che è comunque poco richiesta, i prezzi, già bassi, scenderanno ancora — aggiunge —. E il problema secondo me non sono i cantieri che rimarranno lì per cinque o dieci anni, ma le vibrazioni che si potranno avvertire quando passeranno i treni ad alta velocità".

 

Più cauto Andrea Masi, responsabile di 'Italiana Immobiliare' in zona Statuto e Rifredi, una delle aree più vulnerabili: "E’ difficile per il momento parlare degli scenari futuri perché ancora non abbiamo una percezione di come si comporteranno i potenziali acquirenti. Certo chi vuol fare un investimento potrebbe anche guadagnarci perché adesso, più che mai, ha l’occasione di acquistare a prezzi davvero bassi". Un discorso analogo può essere fatto anche per gli affitti. Che già nel 2009, rispetto all’anno precedente, hanno registrato una flessione e che ora potranno scendere ancora.