Firenze, 28 giugno 2010 - Ventiquattro arresti tra cinesi ed italiani per associazione di stampo mafioso, sequestro di 73 aziende, 181 immobili e 166 auto di lusso: questo il bilancio della maxi operazione della Guardia di Finanza di Firenze. Il maxi blitz vede coinvolti, dalle prime ore di questa mattina, 1000 uomini delle Fiamme Gialle del Comando Regionale Toscana. I controlli riguardano 8 Regioni: Toscana, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia.

 

Oltre 100 le aziende coinvolte in un maxi riciclaggio che ha trovato il suo asse tra le Province di Firenze e Prato. Le aziende individuate trasferivano verso la madrepatria centinaia di milioni di euro provenienti da vari reati. L'associazione mafiosa contestata ai cittadini arrestati questa mattina era finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti derivanti dai reati di evasione fiscale, favoreggiamento dell'ingresso e della permanenza nel territorio dello Stato di cittadini cinesi clandestini per il successivo sfruttamento nell'impiego al lavoro, sfruttamento della prostituzione.

 

E ancora, contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci o in violazione delle norme a tutela del 'Made in Italy', ricettazione, appropriazione indebita.

 

"Abbiamo rafforzato gli strumenti legislativi per il money transfert ma dobbiamo stare attenti a non indebolire gli strumenti come le intercettazioni telefoniche e ambientali che nel caso di gruppi criminali organizzati, laddove non sempre si può contestare l'intimidazione o l'associazione mafiosa, verrebbero ad essere limitate. Noi speriamo che non ci vengano tolti gli strumenti per contrastare questo tipo di criminalità organizzata che pur non essendo mafiosa è in molte parti del nostro territorio e altrettanto pericolosa". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, illustrando l'operazione della Guardia di Finanza che ha condotto all'arresto di 24 persone per riciclaggio di denaro attraverso agenzie di money transfer.

 

Dello stesso avviso il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, che ha sottolineato come "il riciclaggio è stato puntualmente e documentato e individuato attarverso anche intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese visive a dimostrazione ulteriore, se ancora ce ne fosse bisogno, di come e quanto in relazione a delitti che non sono 416 bis il ricorso a questo strumento di ricerca della prova sia indispensabile per pervenire all' individuazione dei delitti".