Firenze, 17 dicembre 2009 - Da parecchio tempo l'Unione Europea comprende uno spazio che riguarda la libertà, la sicurezza e la giustizia, "ed è vero che alcune di queste politiche per l'Italia sono oggetto di forti controversie, tensioni e spinte propositive". Ma l'Europa "non deve risolvere per l'Italia problemi che vanno risolti qui". Lo ha detto Giorgio Napolitano, intervenendo questa mattina all'inaugurazione dell'Archivio Storico dell'Unione Europea presso Villa Salviati, sulla collina fiorentina.
 

In particolare, il Capo dello Stato si è soffermato sulle questioni dell'immigrazione. "Argomento molto impegnativo, quello di una politica comune a riguardo", ha sottolineato proseguendo che comunque "questa è la direzione verso cui bisogna andare". Bisogna elaborare standard comuni di accoglienza facendo attenzione a non cadere nella sovrapposizione impropria fra immigrazione e diritto di asilo. Le due cose non coincidono, ci sono diritti che sono imprescindibili" come quello all'accoglienza per chi ha certi requisiti. Per quanto riguarda l'immigrazione vera e propria è oggettivamente difficile trovare una unicità di politiche".
 

Infatti, ad esempio, "sinora l'Italia si è regolata sul principio delle quote, altrove le regole sono diverse". L'importante è tenere fermi "alcuni principi fondamentali e poi avviare un confronto che deve dar luogo ad un coordinamento". In ogni modo, in caso di conflitto, l'Europa offre la possibilità di appello: "penso anche alla Corte dei dei diritti dell'uomo".
 

Napolitano ha voluto soffermarsi anche sulle spese per la difesa, puntando l'indice contro le clamorose duplicazioni e frammentazioni attualmente presenti in una politica ancora sparpagliata su tanti bilanci nazionali.
Altro punto toccato dal Capo dello Stato, le prospettive del processo di integrazione all'indomani della ratifica del Trattato di Lisbona.

C'è bisogno allora di "un autentico balzo in avanti", senza il quale l'Europa è ineluttabilmente condannata al declino. Ora si tratta di puntare, quindi, sulla "piena attuazione e sul pieno sfruttamento dei mezzi che il Trattato mette a disposizione".
 

"Spero che l'Italia dia il suo contributo", ha aggiunto Napolitano, "parlando in termini generali è una questione di volontà politica, perchè gli strumenti ci sono, mentre è la volontà politica che spesso manca". Una questione che riguarda "tutta l'Europa, non specificamente la sola Italia. In molti sono esistenti, ed io sono profondamente preoccupato dalla mancanza eventuale della volontà politicadi procedere sul cammino dell'integrazione".