Firenze, 15 dicembre 2009 - Ora è il presidente Ataf Filippo Bonaccorsi ad annunciare un’imminente rivoluzione per le linee 14 e 23 e anche per i bussini elettrici.
Dopo la pedonalizzazione del Duomo e il contemporaneo dirottamento dei bus che percorrevano la direttrice San Marco-Cavour-Martelli-Panzani-Cerretani-Stazione, il servizio pubblico dei trasporti è andato in crisi. I frequentatori abituali e gli utenti occasionali Ataf lamentano continui e pesanti ritardi, inefficienze e incolonnamenti nelle ore di punta, corse che saltano, vetture strapiene, attese snervanti alle fermate: addirittura qualcuno è rimasto cinuanta minuti al freddo, aspettando l’arrivo del del 6.

Cronaca di un disagio annunciato, si potrebbe dire, con la consapevolezza che una rivoluzione come quella del Duomo pedonale non poteva non avere ripercussioni. Se ne attendevano anche di peggiori. La verità è che, attualmente, il servizio non funziona. Finito il periodo di rodaggio, era atteso un miglioramento che però non c’è stato. In taluni casi, la situazione è addirittura peggiorata. E’ per questo che i tecnici dell’Ufficio mobilità del Comune insieme con il gruppo tecnico Ataf stanno lavorando alla rivoluzione.
 

I problemi maggiori interessano proprio le linee di punta: 6, 14, 23 e i bussini elettrici, i cui percorsi troppo lunghi lasciano sguarnite molte zone centrali, non accontentando più l’utenza.
In tal proposito, rispondendo all’appello di un nutrito gruppo di cittadini che lavorano nel centro storico, il presidente della commissione ambiente e mobilità di Palazzo Vecchio, Eros Cruccolini, invita a un confronto l’assessore alla viabilità Massimo Mattei e il presidente Ataf Bonaccorsi.
 

La lettera, con raccolta di firme, inviata a Cruccolini e Mattei, è solo l’ultimo tassello di una lunga tearia di problemi che l’utenza ha incontrato da due mesi a questa parte: via dell’Oriuolo, via del Proconsolo e via Ghibellina sono rimaste al «buio», chiunque voglia servirsi di un bus deve raggiungere a piedi lunghi tragitti, ovvero fino alla stazione o fino a San Marco o fino a Corso Tintori. Black out anche in Sant’Ambrogio.
 

La rivoluzione in arrivo è confermata dalle parole dell’assessore Mattei: «Criticità reali riguardano il trasporto pubblico su gomma e in particolare i percorsi degli autobus 6, 14 e 33. Sono allo studio miglioramenti, ed era previsto che l’amministrazione si prendesse due o tre mesi per capire e agire».
Anno nuovo, percorso nuovo. Da gennaio il 14 e il 23 cambieranno tragitto. Così come i bussini elettrici. «Per queste due linee e per le navette ecologiche stiamo studiando provvedimenti importanti — spiega il presidente Ataf Bonaccorsi —, cambiamenti che dovranno passare al vaglio di Comune e Provincia».

Non saranno semplici ritocchi, dunque, ma veri e propri cambiamenti che andranno completando il progetto di riorganizzazione del servizio pubblico. «Ci stiamo impegnando per migliorare la situazione generale — ha aggiunto Bonaccorsi —, ma come ho detto fin dal primo giorno di presidenza, la ‘mia’ Ataf non può dare risultati prima di qualche mese. L’importante è dare sempre ascolto ai cittadini e lavorare, lavorare, lavorare». Il cambio dei tragitti risulterà strategico per il traffico cittadino, oltre che per l’utenza Ataf.

Su questa necessità si è espresso anche il consigliere Tommaso Grassi del gruppo Spini per Firenze, replicando all’assessore Di Giorgi che intervenendo ieri in consiglio comunale su una domanda d’attualità, ha sottolineato le difficoltà, i disagi e i disservizi che si stanno creando in città in merito al trasporto pubblico di Ataf e Linea.
«Chiunque sia salito su bus nelle ultime settimane avrà potuto constatare il dispiacere dei fiorentini per il servizio di trasporto pubblico scadente che porta a ritardi sulle linee deviate per la pedonalizzazione del Duomo — dice Grassi —. Il Comune non sta facendo nulla per porre fine a questo disservizio». «L’avvio del monitoraggio sul traffico da parte di Ataf e Linea non può assolutamente soddisfarci come misura di intervento sui disagi che si sono venuti a creare — continua Grassi —. Avremmo preferito che il Comune fin da subito avesse modificato i tracciati, le frequenze e il numero delle vetture impegnate sia sulle linee forti di trasporto pubblico deviate, che dei bussini elettrici».