Un faraone a domicilio

Una perfetta ricostruzione della tomba di Tutankhamon in tutta la sua misteriosa bellezza: una riproduzione esatta del luogo di sepoltura del sovrano ragazzino nel deserto della Valle dei Re. Non in Egitto ma a Firenze, per alcuni giorni

Al lavoro per l'allestimento

Al lavoro per l'allestimento

Firenze, 6 febbraio 2017 - Dodici babbuini accovacciati e la barca notturna della divinità solare rappresentata nella sua forma di scarabeo. Di fronte, eccola la mummia del giovane defunto, il Faraone fanciullo, salito al trono a soli otto anni e morto appena diciannovenne. E ancora Nut e Osiride, di fianco al corteo funebre e alle divinità Hator e Anubi che accolgono il re nell’Aldilà. Benvenuti nella Tomba di Tutankhamon. Uno scrigno di pitture, ornamenti, sarcofagi, anfore, gioielli e arredi funebri, che dal 1922 a oggi non ha mai smesso di stupire ed entusiasmare studiosi e appassionati dell’Antico Egitto.

Per rivivere l’emozione di quella scoperta non serve andare nel deserto della Valle dei Re, nei dintorni di Luxor. Ma dal 17 al 19 febbraio basterà varcare il portone del Palazzo dei Congressi di Firenze, dove è in programma “TourismA”, il Salone Internazionale dell’archeologia, organizzato dalla rivista “Archeologia Viva” di Giunti Editore. Questa terza edizione è dedicata all’Egitto e per celebrare la civiltà della Terra del Nilo verrà presentata in anteprima assoluta l’unica copia esatta della celebre tomba di Tutankhamon, scoperta dall’inglese Haward Carter nel lontano 1922, che il pubblico potrà visitare gratuitamente per tutta la durata del salone (www.tourisma.it). La camera funeraria, oggetto di tante leggende e suggestioni, sarà ricostruita in scala 1:1 dalle abili mani dell’artigiano e appassionato di egittologia Gianni Moro che, con la stessa dedizione con cui si crea una vera e propria opera d’arte, ha dipinto, scolpito, intagliato, incollato materiali antichi e di ultima generazione, per restituire il sogno che gli antichi egizi avevano inventato per il lungo sonno del loro faraone. Un’impresa a cui si è giunti dopo tre anni di studio e di lavoro su un progetto scientifico dell’egittologa Donatella Avanzo, con la supervisione di Emanuele Ciampini dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Alessandro Roccati emerito dell’Università di Torino e Paola Zanovello dell’ Università di Padova.

Riprodotta al millimetro nelle dimensioni reali, nella tomba del “faraone fanciullo” si potranno ammirare le copie esatte di gioielli, oggetti e perfino del famoso trono regale, in uno spazio di 6 metri e 40 di lunghezza per 4 di larghezza e 3 e 80 di altezza. Non solo. All’interno della tomba così come la scoprì Carter, vi erano anche tre anfore contenti altrettanti tipi di vino. Uno di questi, il più alcolico e dolciastro, che doveva aiutare secondo le credenze a far rinascere il sovrano, era denominato Shedeh. Oggi, con la stessa etichetta – grazie al ritrovamento nella tomba stessa di Tutankhamon di alcuni semi utilizzati e alla disponibilità di un produttore vinicolo di Treviso che si è cimentato nell’impresa – è stato riprodotto e sarà presentato per la prima volta proprio a “TourismA”.

"Entrando nella Tomba di Tutankhamon che abbiamo ricostruito – spiega l’egittologa e ideatrice del progetto Donatella Avanzo – si respira un fascino sospeso, come se fossimo accolti anche noi nell’aldilà del sovrano. Sono sicura che per i visitatori sarà un “viaggio” incredibile".

Dopo un attento studio del materiale fotografico scattato all’epoca della scoperta, il trevigiano Gianni Moro ha progettato e realizzato una struttura portante in materiale ligneo, rivestita nelle parti interne da un intonaco speciale e innovativo sulla cui superficie è stato applicato il ciclo pittorico con una tecnologia avanzatissima. Oltre a un enorme spettacolo per il pubblico di appassionati, la ricostruzione della Tomba di Tutankhamon è un esempio di cosa si può fare grazie all’arte della riproduzione anche nell’ambito della salvaguardia dei monumenti originali. Lo stato di conservazione di quelle pitture , così come di tante altre tombe della Valle dei Re e delle Regine, desta infatti serie preoccupazioni per il futuro di quell’inestimabile patrimonio archeologico.

Per evitare che vada perduta per sempre, anche la tomba di Tutankhamon seguirà il destino di altre famosissime sepolture regali, ormai chiuse da anni per limitare i danneggiamenti causati da numerosi fattori ambientali che diventano difficilmente controllabili in caso di afflusso turistico. È qui che entra in gioco la risorsa dell’arte della riproduzione, che permette ai visitatori di vivere un’esperienza quanto mai vicina all’originale qualora non sia più visitabile, ma anche in caso di impossibilità di recarsi direttamente sul luogo che ospita il monumento.

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