Venere di Botticelli all'Expo, il direttore degli Uffizi: "Non ho ricevute richieste"

Natali sottolinea anche di essere di "parere assolutamente contrario" all'ipotesi che il dipinto possa essere spostato alla reggia Venario l'anno prossimo / SGARBI: "VENERE ALL'EXPO" / VENERE DI BOTTICELLI: "LA REGGIA DI TORINO E' PRONTA A OSPITARLA"

'La nascita di Venere' di Sandro Botticelli, conservata agli Uffizi di Firenze (ANSA)

'La nascita di Venere' di Sandro Botticelli, conservata agli Uffizi di Firenze (ANSA)

Firenze, 26 agosto 2014 -  L'ipotesi di spostare la Venere del Botticelli dagli Uffizi alla Reggia di venaria in occasione dell'Expo del prossimo anno a Torino fa discutere da diversi giorni.   

Il direttore degli Uffizi, Antonio Natali, oggi ha detto: "Qualsiasi parola che spendo riguarda puramente una polemica giornalistica: non ho ancora ricevuto alcuna richiesta al riguardo".  Natali ha anche spiegato di essere di "parere assolutamente contrario" rispetto a tale prospettiva.

"In ottemperanza al codice Urbani - ha spiegato Natali - per gli Uffizi stilai nel 2007 una lista di 23 opere, della quale fa parte anche la Venere, ritenute non idonee ad essere trasferite all'estero. Opere che secondo me non dovrebbero essere spostate nemmeno in altre parti d'Italia però, in quanto 'connotanti' specificamente il patrimonio culturale degli Uffizi. Si tratta di capolavori, e tra questi, ripeto, c'e' la Venere, che la gente viene a vedere a Firenze da ogni angolo del mondo, e che con Firenze e con gli Uffizi identifica: ecco perché non vedo alcuna necessita' né opportunità nell'idea di spostarle". 

Il direttore sostiene di essere contrario allo spostamento anche a fronte di un cospicuo contributo in denaro al museo: "Perché un principio non si gabella con niente - rimarca - ed anzi, ipotesi di questo tipo mi lasciano spiazzato".

"Pernicioso", il trasferimento della Venere, sarebbe anche per un altro motivo, secondo Natali: "Spostando dalla sua sede naturale una sola, singola, opera, si da' forza ad uno dei mali che affliggono la cultura di questi tempi: la venerazione dei capolavori-feticcio, delle opere reliquie, un vero e proprio culto al quale mi sono sempre opposto e mi opporro' sempre". 

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