Più multi e più sale lo stipendio: stress verificatori, è un far west

Leoni (Faisa-Cisal): "Mansione ingrata, servono agenti sui bus"

Controllo biglietti sull'autobus (Fotofiocchi)

Controllo biglietti sull'autobus (Fotofiocchi)

Firenze, 25 aprile 2015 - Da qualche tempo, ormai, il clima sopra e attorno agli autobus è diventato rovente. Da una parte le aggressioni agli autisti e i verificatori malmenati e insultati. Dall’altra utenti sempre più arrabbiati per il servizio che non funziona e, pare, vessati dai controllori, che non perdono occasione di fare le multe quando un sms per acquistare il biglietto parte a bordo dell’autobus e non a terra, oppure quando un viaggiatore distratto che conversa al cellulare tarda qualche secondo a obliterare il titolo di viaggio. Sembra un far west e chi ha ragione e chi ha torto non è chiaro. Certo è che la vita del controllore non è semplice. Non è un pubblico ufficiale, invita il viaggiatore a mostrare il titolo di viaggio, ma non può obbligarlo a farsi dare la carta di identità. Non può rincorrere l’evasore e l’unica sua possibilità è quella di chiamare la polizia municipale o i carabinieri.

Ma, nel frattempo, il trasgressore potrebbe già essersi dileguato. Lo stress del verificatore non deriva solo dal fatto di essere esposto quotidianamente agli insulti degli evasori, ma anche dall’ansia da prestazione. Il suo premio di risultato dipende infatti anche da quanti verbali redige e se riesce o meno a farsi consegnare la carta d’identità. Tante infatti sono ancora le multe che non vengono riscosse perché vengono dati indirizzi e nomi falsi. Ma c’è anche un’altra questione. Dal 2011 le modalità di scelta dei verificatori, quelli cioè che chiamiamo comunemente controllori, che sono 35 oggi in servizio, sono in parte cambiate e una quota parte è individuata direttamente dall’azienda, che sceglie, tra gli autisti, in base a colloqui motivazionali, chi è più adatto a questa mansione.

Gli altri sono in parte inidonei, cioè autisti che non possono più guidare per ragioni di salute, in parte conducenti con una certa anzianità che fanno domanda per fare per un periodo i controllori, per poi tornare a guidare. Tra quelli scelti dall’azienda, che spesso sono anche giovani, con meno esperienza, c’è chi teme di non fare bene abbastanza il proprio lavoro e di essere rispedito a fare l’autista, un lavoro altrettanto stressante e forse anche di più, visto il traffico e i continui ritardi nei tempi di percorrenza che costringono i conducenti a saltare le pause. Se questo è il contesto, è anche più facile perdere il lume della ragione. «Non credo proprio che due colleghi verificatori possano aver aggredito un ragazzo e se è successo verrà appurato», commenta Alessio Avello, delegato Sul nella Rsu.

«C’è molta tensione in giro, quello sì, e andare a fare multe da 50 euro in tempi in cui i portafogli sono sguarniti può provocare reazioni di ogni genere. Credo che i rappresentanti dell’azienda dovrebbero andare in giro sugli autobus insieme ai verificatori per capire se e cosa non va. Anche perché, da quanto ci risulta, sono in aumento i ricorsi contro le multe e andrebbero analizzati i motivi». «Purtroppo i verificatori – commenta Americo Leoni, della Faisa Cisal – non hanno nessuna veste giuridica. Sono semplici autisti che per un periodo definito di tempo svolgono la mansione. L’azienda può fare ben poco. Potrebbero aiutare la presenza dei poliziotti, da affiancare ai verificatori durante lo svolgimento del loro lavoro, oppure quella dei vigilantes a bordo».

mo.pi.

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