Gli stipendi della Consulta, davvero troppo

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 2 aprile 2017  -  Caro direttore, ho letto la vostra inchiesta sugli stipendi dei mandaroni di stato, e davvero mi sono arrabbiata. Non voglio fare populismo a buon mercato, ma 432mila euro (lordi annui) per il presidente della Consulta mi paiono davvero tanti. Oltre agli altri privilegi loro riservati.

Simonetta Narducci

Cara signora Narducci, non per fare populismo a buon mercato (quello ci pensano altri), ma sono d’accordo con Lei. E’ proprio per questo che abbiamo proposto l’inchiesta, ieri sulla Consulta e nei giorni scorsi sui top manager di Palazzo Chigi e ministeri vari. Chi occupa posizioni importanti e piene di responsabilità deve guadagnare bene, certo, ma 432mila euro all’anno (lordi, netti sono circa 20mila al mese) non trovano una giustificazione. Peraltro se il presidente prende quella cifra, i restanti giudici «normali» non se la passano male, e hanno uno stipendio di 360mila, sempre lordi. La cosa che impressiona e dà il senso della particolarità italiana, è il confronto che i giudici «costituzionali» con paesi diversi, dove il costo della vita è tra l’altro più alto: 225mila in Gran Bretagna, 210 in Canada per finire ai 182 degli Stati Uniti e ai 162 della Francia. Signora, noti bene: in queste classifiche sui « mandarini di stato» che si autoassegnano lo stipendio e in particolare quando poi ci sono di mezzo giudici, l’Italia svetta sempre. Ma alla fine la «casta», perché casta è, non si lamenti se il clima di antipolitica impera.

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