Caso infermiere, la giustizia a due velocità

La 'Nazione' risponde ai lettori

Alessandro Antico

Alessandro Antico

Firenze, 10 luglio 2017  - Sono davvero sconvolta dalla vicenda delle due infermiere. Quella di Ravenna assolta, quella di Piombino invece ancora non si sa. Non capisco. Sembra che in Italia la giustizia non abbia regole precise. Cosa dobbiamo aspettarci? Mariuccia Bonuccelli, Viareggio

Cara Signora Bonuccelli, il caso dell’infermiera Fausta Bonino è emblematico del sistema-giustizia italiano. Ha ragione lei: a volte ci è davvero difficile capire se esistono regole. Io aggiungo che, semmai, le regole ci sono, e ben codificate, ma vengono interpretate e messe in moto a velocità diverse. Spesso contraddittorie, purtroppo. L’altra infermiera, quella di Ravenna, è stata assolta a tempo di record. La signora Bonino, invece, è in attesa di un verdetto che al momento non si intravede. Ma siccome si parla di un’accusa di ben 14 morti in corsia (per quanto riguarda il caso di Piombino, appunto), ritengo profondamente sbagliato attendere una sentenza. Se la Bonino è colpevole - cosa che al momento però non è, viste le risultanze processuali, con tanto di Cassazione che ha accolto il ricorso - si condanni e si chiuda il capitolo. Ma se non lo è, allora la giustizia si dia una mossa e consenta alla signora Bonino di tornare al lavoro. Ma una risposta, in un modo o in un altro, questo farraginoso sistema-giustizia deve darla. Alla Bonino anzitutto, ma anche a tutti i cittadini.

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