Toscana, il futuro è adesso

Firenze, 26 febbraio 2017 - In questi anni di crisi c’è stata una Toscana che ha continuato a crescere con ritmi tedeschi. Mi riferisco alla Toscana dell’export. Negli otto anni passati le esportazioni sono cresciute del 30%, contro il 12,8% della media italiana. Questi numeri ci dicono due cose: che qui è presente una delle piattaforme manifatturiere più importanti d’Europa; e che questo capitale sociale va rafforzato con dosi massicce di innovazione di processo, prodotto e mercato. Per Confindustria l’obiettivo è lavorare su una Toscana che sia la Silicon Valley europea del lusso e del medium tech. Una piattaforma capace di attrarre e di trattenere talenti e investitori. Perché un territorio più industriale vuol dire più lavoro e più solidarietà. Se questo obiettivo è condiviso, entrano allora in gioco gli altri due protagonisti dello sviluppo: territorio e corpi intermedi. Le fondazioni di origine bancaria hanno svolto - e possono svolgere ancora di più - un ruolo fondamentale di stimolo a sviluppo e innovazione. Lo fanno attraverso l’attività erogativa, ma non solo.

Noi vorremmo lavorare, con le fondazioni, su ciò che sta a monte dell’attività erogativa, ovvero nel progettare lo sviluppo dei territori. La proposta è quella di riscrivere insieme il ‘manifesto dello sviluppo della Toscana’. Sviluppo economico e sociale. Un manifesto fatto di una sola priorità: innovazione. Per le imprese tale priorità si declina in due modi: Industria 4.0 e nuova imprenditorialità e start-up. Per alcune imprese toscane, Industria 4.0 è una realtà. Per altre è un’opportunità per migliorare i livelli di produttività senza cambiare le macchine e stravolgere l’hardware delle proprie fabbriche. Per questo motivo, come Confindustria stiamo spingendo molto su Industria 4.0. Possiamo fare sistema anche con le fondazioni, perché questo tema segna il confine fra chi starà dentro e chi starà fuori dalle dinamiche di sviluppo futuro.

*Presidente Confindustria Toscana