Venerdì 3 Maggio 2024

Colletta in chiesa per una termocamera ai soldati ucraini; l'arcivescovo Betori: "Iniziativa impropria"

Raccolta fondi insolita e che ha creato polemica quella presentata sulla pagina Facebook della comunità cattolica ucraina. La colletta attiva nelle chiese di Firenze e Prato, vuole sostenere l'azione dei soldati nella guerra contro i filo-russi

Una parte del volantino comparso sulla pagina Facebook della chiesa ucraina

Una parte del volantino comparso sulla pagina Facebook della chiesa ucraina

Firenze, 15 gennaio 2015 - Una colletta per comprare una termocamera per aiutare i soldati ucraini nel combattimento di notte. In quella guerra in piena Europa di cui si parla poco, la guerra che vede impegnato l'esercito ucraino contro gli indipendentisti russi. Una guerra sanguinosa, che fa continuamente morti. Ma l'arcivescovo Betori si dissocia totalmente dall'inziativa. La comunità ucraina di Firenze ha aiutato in vari modi in questi mesi di guerra chi era al fronte. Ma adesso la colletta non è per cibo o medicine. Ma per dotare di una termocamera i soldati. Si tratta di uno strumento, dal costo di tremila euro, che di notte identifica i nemici, dando un vantaggio ai soldati ucraini. L'annuncio di una colletta è apparso in chiesa, come riferisce La Repubblica sull'edizione cartacea di giovedì 15 gennaio. E la raccolta fondi avviene proprio alla chiesa dei Santi Simone e Giuda in via dei Lavatoi a Firenze e alla chiesa di San Francesco a Prato. Una colletta che ha creato non poche polemiche. 

 
​"Stiamo raccogliendo offerte libere per comprare una buona imager (termocamera) Pulsar Quantum HD50S per un gruppo dei soldati ucraini che adesso combattono in prima linea del fronte sul territorio di Donetsk e Lugansk in Ucraina! Questa termocamera che costa 3.000 (tre mila) euro può salvare la vita dei nostri ragazzi ucraini. Noi vogliamo che loro tornino vivi", si legge nel volantino, che raffigura un soldato. 
 
PARLA IL SACERDOTE - «Non è un'arma - si difende il sacerdote Volodymir Voloshyn - si usa anche per altri scopi. In Ucraina dobbiamo salvare la nostra gente».
 
PARLA IL CARDINAL BETORI - Appresa la notizia l’Arcivescovo Giuseppe Betori e i suoi collaboratori nel governo pastorale hanno subito segnalato “di non essere stati messi al corrente e si dissociano dall’iniziativa che viene giudicata impropria per una realtà ecclesiale”. In corso verifiche.