Coccia, foto e inediti su Carlo Levi

Venerdì 12 alle 17,30 la presentazione alla libreria Ibs di via Cerretani

Il libro scritto da Nicola Coccia

Il libro scritto da Nicola Coccia

Firenze, 11 febbraio 2016 - Venerdì 12 febbraio alle 17,30 alla libreria Ibs verrà presentato il libro di Nicola Coccia “L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze attraverso testimonianze, foto e dodumenti inediti”. Parteciperanno, oltre all’autore, Marcello Mancini, editorialista della Nazione, Simone Neri Serneri, presidente dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana e Roberto Ragazzini, presidente regionale delle associazioni antifasciste e partigiane. Sei anni di ricerche per scavare nella vita di Carlo Levi e in uno dei libri più importante del nostro dopoguerra: “Cristo si è fermato a Eboli”.

Un viaggio dal confino, dove il fascismo lo spedì, fino alla Liberazione di Firenze. Questo il libro scritto da Nicola Coccia e pubblicato da Ets (300 pagine, 15 euro). Un cammino ricostruito attraverso documenti, inediti, che ci hanno permesso di entrare nelle vite di decine di persone che ci hanno “raccontato” storie drammatiche e straordinarie come quella del partigiano milionario, delle carognate dei fascisti in un convento di clausura, delle stragi bambini e civili, dell’uccisione della donna più bella del mondo, di Manlio Cancogni portiere di un torneo di pallone nella villa di Mussolini, del furto della valigia di Carlo Cassola, dell’olio e della farina portati a Giorgio Bassani in fuga da Ferrara, dell’erede al trono finito a vendere motorini, del matrimonio della figlia di Amedeo Modigliani con l’uomo che si era gettato in acqua col cappotto per sfuggire all’arresto.

Il libro parla soprattutto della vita di Carlo Levi, medico, pittore, componente del Comitato Toscano di Liberazione, della donna che lo ha protetto, del bambino di cui è stato padre putativo, della figlia segreta, della scrittura del “Cristo si è fermato a Eboli”, avvenuta, sotto l’occupazione tedesca, in un appartamento di Firenze. Ci sono testimonianze e foto mai pubblicate prima e anche un quadro molto significativo di quel periodo, rimasto chiuso in una stanza. E poi c’è la foto e la storia della persona che ha suggerito a Levi il titolo del suo capolavoro.

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