Firenze, 31 maggio 2016 - Caro direttore, ho visto in tv sabato scorso la festosa (e costosa) coreografia prima della finale di Champions, Real-Atletico. Non mi risulta che quando un ricercatore dal risicato guadagno mensile inventa una pillola che in pochi minuti ti toglie il mal di testa si sia festeggiato con una bottiglia di spumante. Ma in che mondo viviamo?
Giovanni Cinacchi, Pisa
Caro Cinacchi, la correlazione tra guadagno e "valore" di un’opera, di un’invenzione o di un artista non è (quasi) mai diretta, ed è inutile scandalizzarsi perché un calciatore mette in tasca molti più soldi di chi vince il Nobel della medicina. E’ sempre stato così anche quando non c’erano i calciatori, e basta ricordare i tantissimi casi di grandi della musica, della letteratura e della storia dell’arte che sono morti in stato di fame e abbandono. D’altra parte oggigiorno i soldi sono distribuiti dall’industria dello showbusiness in base ai "contatti" televisivi che si riescono a totalizzare, e agli introiti pubblicitari che di conseguenza si smuovono. Guadagni in proporzione ai soldi che fai guadagnare ad altri. La morale non c’entra niente. Non bisogna confondere i piani.
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