«Ci piove anche nel letto». Case Inps, che colabrodo

Puccini, la rabbia degli inquilini di tre condomini

Le proteste dei condomini dei palazzi Inps di via Monteverdi (Newpressphoto)

Le proteste dei condomini dei palazzi Inps di via Monteverdi (Newpressphoto)

Firenze, 25 novembre 2015 - In casa di Anna prima di entrare bisogna levarsi le scarpe. L’acqua, quando piove, scivola giù dal tetto, si infila tra le fessure ed entra nell’appartamento. Le grondaie sono rotte ormai da anni e nemmeno la tenda anti infiltrazioni riesce a fare da scudo in caso di grossi temporali. In via Monteverdi al civico 72 si vive così. Con il tetto che fa acqua da tutte le parti, i tubi di scarico usurati dal tempo, l’odore nauseabondo delle fogne che ti invita a tenere chiuse le finestre, anche se ci sono 40 gradi, e gli stracci per terra per tamponare le infiltrazioni.

Per non parlare dei vetri delle scalinate rotti, riparati con cartoni e plastica d’emergenza o dei fili elettrici a vista. E anche del sistema di riscaldamento che in passato ha lasciato al gelo diverse famiglie. E’ questa la situazione in cui versano gli oltre 30 appartamenti di via Monteverdi 70 e 72 e via Boccherini 26, di proprietà dell’Inps. «Ho la muffa in casa - racconta Paola Antonelli - e in camera da letto mi piove. Impossibile continuare a vivere in questa situazione». La struttura è fatiscente e persino gli ascensori funzionano a singhiozzo. «Mio marito soffre di cuore - aggiunge Anna Fabbri - e alcune volte, quando l’ascensore è fermo, non può uscire di casa. Viviamo al terzo piano e per lui non è semplice. In questo stabile ci sono diverse persone molto anziane». Alcuni pezzi di intonaco sono ancora a terra mentre le «acque scure raggiungono alcuni millimetri nella corte interna». Gli operai sono a lavoro «ma siamo in queste condizioni da luglio almeno» attacca Stefano Benelli.

Gli inquilini ci accompagnano negli scantinati: pozzanghere, trappole per topi e l’aria irrespirabile. «La nostra cantina è inagibile - prosegue Gianna Tallini - così come tante altre. Eppure paghiamo quasi 600 euro per vivere qui». La signora Fabbri, inquilina dal 1955, ci indica anche gli appartamenti lasciati sfitti e senza manutenzione, alcuni dei quali poi occupati abusivamente. La stessa situazione della struttura di via Boccherini 26. Ad aprirci è Franco Dainelli: «Gli edifici non sono sicuri, il problema è che non abbiamo un interlocutore. Le nostre mail restano senza risposta. Ci auguriamo che qualcosa possa cambiare».

 

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