Venerdì 26 Aprile 2024

Careggi, i tre primari indagati rischiano il licenziamento

Attivato l’ufficio disciplinare per violazione del codice etico

Medici

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Firenze, 25 novembre 2014 - I MEDICI di Careggi indagati nell’inchiesta ‘Cuore d’oro’ rischiano provvedimenti disciplinari importanti: dalla sospensione al licenziamento. E questo, a prescindere dall’iter del procedimento penale in corso.

LO DECIDERÀ l’ufficio disciplinare, in totale autonomia anche dai vertici aziendali di Careggi. Il responsabile per la prevenzione della corruzione, trasparenza e integrità Simona Orsi che ieri ha avviato il procedimento, avrà tempo venti giorni per valutare le eventuali violazioni al codice etico e di comportamento aziendale e ascoltare la difesa dei tre primari attualmente indagati per corruzione: David Antoniucci direttore di Cardiologia invasiva 1, Luigi Padeletti alla guida di Aritmologia, Gennaro Santoro, responsabile di Diagnostica interventistica.

Le violazioni al vaglio dell’ufficio disciplinare fanno riferimento esplicito a tre articoli del codice etico. Ciò che verrà contestato ai tre medici riguarda il rispetto dell’articolo 7 del codice che vieta ai dipendenti di Careggi di ricevere ‘regali, compensi e altre utilità’. «Il dipendente può accettare regali o altre utilità d’uso, purché di modico valore, offerti occasionalmente nell’ambito delle consuetudini», si legge. Doni «di valore non superiore in via orientativa a 150 euro» all’anno dalla stessa persona. L’impermeabile che spunta nelle intercettazioni, quello che il professor Padeletti avrebbe scelto per Natale e il giubbottino per il compleanno sarebbero molto fuori ‘budget’, per esempio. Così come, probabilmente, lo sono «I pensieri belli» che sempre per Natale l’impreditore arrestato Rodolfo Bonaccini fa recapitare all’Antoniucci: un capo d’abbigliamento e un prosciutto.

In più, nel codice etico è scritto che «indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato, il dipendente non può accettare regali a titolo corrispettivo per compiere o non compiere atti del proprio ufficio da soggetti che possano trarne beneficio». All’articolo 9 si entra in materia di conflitto d’interessi. Che «può riguardare interessi di qualsiasi natura e ricondursi a tutti i casi in cui sussista il rischio che il dipendente favorisca se stesso o nei casi in cui possa essere messa in dubbio l’imparzialità» di «decisioni verso soggetti esterni che hanno con l’azienda rapporti di fornitura di beni o servizi». La gara d’appalto per gli stent coronarici.

IN QUESTO CASO l’aver favorito l’utilizzo di stent o altri dispositivi medico-chirurgici commercializzati dai tre membri della famiglia Bonaccini. Nel mirino anche violazioni all’articolo 10 del codice etico che indica «l’obbligo di astensione del dipendente dal partecipare a decisioni che possano coinvolgere interessi propri o di parenti o affini». La figlia di Gennaro Santoro sarebbe stata dipendente dal 2009 al 2011 della società Rodolfo Boanccini srl.