Cambia il cap, iter bloccato: malata non riceve più la pensione

Il computer dell'Inps non riconosce il nuovo codice postale, donna affetta da tumore senza assegno da marzo

Vania Carmignani, 44 anni, non riceve l'assegno di invalidità per un'assurda vicenda (Germogli)

Vania Carmignani, 44 anni, non riceve l'assegno di invalidità per un'assurda vicenda (Germogli)

Firenze, 25 luglio 2014 - E’ FERMA da quattro mesi a causa del nuovo codice di avviamento postale del Comune unico di Figline e Incisa Valdarno, la pratica di una incisana affetta da tumore alla quale l’apposita visita collegiale dell’Inps lo scorso 27 marzo ha riconosciuto una invalidità permanente al 100%, con una pensione mensile di 287 euro. E’ una storia di ordinaria burocrazia di difficile comprensione, una storia ai limiti dell’incredibile. «Eppure è proprio così» spiega Vania Carmignani, 44 anni residente a Incisa proveniente da Bagno a Ripoli, che da febbraio lotta con un tumore che le impedisce anche di lavorare. «Tutto l’iter — spiega la donna — è iniziato con la richiesta di invalidità avanzata dal mio medico di famiglia. Successivamente, con il supporto del Patronato Cgil di Bagno a Ripoli, è stata compilata la pratica proseguita poi all’Inps che doveva eseguire i passaggi successivi. Quattro mesi fa dalla Commissione dell’istituto di previdenza mi è arrivata la raccomandata con la quale mi veniva comunicata la concessione della pensione. Tutto bene, ero contenta. Ma quasi contestualmente — aggiunge Vania — si è bloccato tutto perché il computer non ha accettato la domanda dell’Inps. Sembra assurdo, ma la pratica si è fermata perché il cervello elettronico non ha considerato valido il cap di Incisa, 50064, perchè la località fa parte di un nuovo Comune». Evidentemente quella che può sembrare una banalità è diventato un ostacolo quasi insormontabile.

«IL PATRONATO ha mandato tantissime mail all’Inps per trovare una soluzione che consentisse di far proseguire la pratica — aggiunge la signora —. In Municipio mi hanno detto invece che il problema non esiste, perché entrambi gli uffici postali di Incisa e Figline hanno mantenuto il codice invariato, anche dopo la fusione del Comune». In proposito alcuni mesi fa una nota del Commissario prefettizio spiegava che il cap del Comune Unico sarebbe diventato 50063, ma che fino a che non sarebbero sopraggiunte nuove disposizioni ufficiali si sarebbe potuto continuare a inserire entrambi nella corrispondenza e nelle pratiche, a seconda della destinazione. Ma evidentemente i computer non sono stati informati. Naturalmente il blocco della pratica comporta anche quello della pensione, che adesso ammonta già ad oltre mille euro visto che finora sono slittate quattro rate. «Per dimostrare che le difficoltà non riguardano solo l’Inps — sottolinea Vania Carmignani — basta ricordare quanto è accaduto a mio marito il 13 marzo, quando tornando dall’ospedale dove ero ricoverata è caduto dalla moto ed è stato portato a Ponte a Niccheri con una gamba dolorante. Ebbene, anche in quella circostanza l’ospedale non è riuscito a fargli il certificato medico perchè il computer non accettava il cap di Incisa». E’ incomprensibile come non si possa aggirare un ostacolo puramente tecnico come questo, soprattutto se c’è la volontà di risolvere un problema che comunque si è manifestato anche in altre occasioni in questi primi sette mesi di vita in comune fra Figline e Incisa.

DIFFICOLTÀ si sono registrate anche con i codici Iban delle banche, che sono cambiati con il nuovo Comune, così come è cambiato quello per i pagamenti all’esattoria, facendo saltare le domiciliazioni delle varie utenze. Il cittadino, suo malgrado, si è trovato “scoperto” in alcune scadenze di pagamento ed è stato costretto a perdere tempo e denaro per comunicare le nuove coordinate. Insomma, per un codice di avviamento postale è successo un putiferio. Ma tutto questo, dicono, rientra fra gli imprevisti dell’innovazione amministrativa.

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