Campi, mille studenti a parlare di legalità nel ricordo di Giovanni Falcone

La fondazione Spazio Reale ha ospitato "Palermo chiama Italia", per sensibilizzare i giovani sui valori civili

"Palermo chiama Italia", 1000 studenti a Spazio Reale

"Palermo chiama Italia", 1000 studenti a Spazio Reale

Campi Bisenzio, 24 maggio 2016 - Gli studenti e la legalità. Ventiquattro anni dopo Capaci gli studenti che all'epoca non erano ancora nati si sono confrontati a Spazio Reale sulla mafia con “Palermo Chiama Italia”. La Fondazione Spazio Reale ha ospitato 1000 studenti provenienti da tutta la toscana e da alcune regioni limitrofe, in occasione dell'anniversario dalla strage di Capaci. “Palermo Chiama Italia” è un evento voluto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (qui maggiori informazioni) e dalla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” per sensibilizzare i ragazzi sui valori civili che sono alla base della nostra società.

Numerosi gli interventi da parte degli studenti con balli, musica e letture: presenti dei detenuti della Casa Circondariale La Dogaia di Prato, alcuni ragazzi che hanno sperimentato il lavoro nei campi della legalità a Corleone e alcuni membri dell’Associazione Familiari Vittime Strage via dei Gergofili. Gli studenti hanno intonato tutti insieme l’Inno di Mameli, aprendo la seconda parte della mattinata con la premiazione delle scuole che hanno partecipato al concorso indetto dal Miur e dalla Fondazione per promuovere la cultura della legalità: il primo premio a livello nazionale è stato assegnato all’I.C. Capannoli di Pisa.

I vincitori, provenienti da varie scuole della Toscana e della Liguria, sono stati premiati da personalità locali. Il direttore di Spazio Reale Elisabetta Carullo, già sindaco di Stefanaconi, un comune della Calabria sciolto nel ’94 per infiltrazioni mafiose, ha ricordato con le parole di Giovanni Falcone che: “Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia”.

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