Bus per tutti, ma più sicuri

Il Vicedirettore de La Nazione risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 26 ottobre 2014 - CARO DIRETTORE, certo, non dico di fare come quel sindaco del Torinese che propone di creare bus separati per i rom e la gente cosiddetta ’normale’ (quella che non ruba e non è abitualmente violenta), ma qualcosa contro la criminalità va pur fatto. Anche in Toscana andare sul bus equivale a rischiare furti e inciviltà. Chi ci protegge? ​W. M., via mail ​I L FATTO che a proporre bus separati per la periferia torinese siano stati Pd e Sel, e non il Ku Klux Klan, è il segno di un disagio che non ha matrice xenofoba. E’ semplicemente il tentativo, anche solo provocatorio, di dare una risposta a un problema, serio, di ordine pubblico. Autisti picchiati da gente senza biglietto, borseggi, danneggiamenti di ogni tipo, persino minorenni minacciati. E’ l’Italia dell’illegalità che si dà appuntamento sui mezzi pubblici perché è un’altra sponda possibile per compiere reati e sparire altrettanto velocemente. Un viaggio possibile per vite precarie e derive malavitose. Ma proporre le riserve indiane, i ghetti, le classi separate e persino gli autobus dei disperati (e chi li guiderebbe?) mi sembrano tutte sciocchezze utilizzabili solo nella campagna elettorale di qualche ultranazionalista. Resta la necessità di vigilare, garantire la sicurezza di un servizio che si paga, punire con durezza purtroppo inimmaginabile per le nostre leggi chi non rispetta le regole e chi delinque.

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