Brexit, "Io, fiorentino del mondo, ora mi sento sgradito a Londra"

Giorgio Piero Fossi, operatore finanziario racconta la sua amarezza per il voto sulla Brexit. "Io e la mia famiglia dobbiamo decidere se restare o andarcene"

Giorgio Piero Fossi a Londra, in piazza della Borsa nel cuore della City

Giorgio Piero Fossi a Londra, in piazza della Borsa nel cuore della City

Londra, 24 giugno 2016- "Come mi sento stamani? Mi sento male, un voto così ti fa sentire non gradito da metà della popolazione britannica. E' brutto". Giorgio Piero Fossi vive a Londra con la famiglia da 17 anni e commenta con amarezza il risultato del referendum britannico che ha deciso per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Ha lavorato a lungo nella City (quello che è, o era a questo punto, il cuore finanziario dell'Europa), è un operatore finanziario che negli ultimi anni ha anche deciso di assecondare una vecchia passione e di organizzare mostre di fumetti.

Fossi, 54 anni a ottobre, ha vissuto a lungo anche a Parigi e si definisce "un fiorentino del mondo" perché la sua famiglia ha forti e storiche radici fiorentine e a Firenze ha ancora parte della sua famiglia. Insieme alla moglie Lorraine (francese) e a tanti altri italiani, francesi e altri cittadini della UE nelle settimane scorse ha fatto attivamente campagna elettorale per il "remain", la scelta di un Regno Unito ancora in Europa. 

Il risveglio con la Brexit che si concretizza è piuttosto brusco, soprattutto dopo le speranze dei sondaggi. "Ci sentiamo male, frustrati. Non so cosa cambierà ora, certo noi siamo qui da tanto, abbiamo comprato casa non ci butteranno fuori, ma stiamo pensando seriamente, io e mia moglie, se restare qui o andar via. Mio figlio, invece, vorrebbe restare qui". Si rompe un sogno, un ideale europeo? "Io sono un idealista, sono per lun'Europa federale. Sono deluso dal voto, ma certo anche la UE deve riflettere perché non sa parlare alla gente e l'antieuropeismo si annida in molti Paesi".

Di sicuro, qualcosa cambierà con ripercussioni sulla grande finanza ("il mondo della finanza non ama l'incertezza, già da sei mesi è tutto fermo, io e un mio socio abbiamo preferito far partire un progetto da Malta, piuttosto che da Londra") e soprattutto sui più deboli. "Ora bisognerà vedere come procederanno le negoziazioni sull'uscita con l'Unione Europea. Certo per i ragazzi italiani sarà molto più difficile venire a lavorare a Londra, a fare i baristi o i camerieri o quualsiasi altro lavoro".

Per Fossi, dunque, un venerdì da dimenticare, con l'incertezza per il futuro: adesso la scelta "remain" o "leave" (restare o partite) tocca a lui e alla sua famiglia, così come ai tanti italiani, francesi, spagnoli e via dicendo che vivono e lavorano a Londra. "Cosa farò? Vediamo, ma se riesco a convincere mia moglie quasi quasi realizzo il mio sogno e apro una libreria di fumetti a Venezia...". 

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