"Bianchi e Nardi", generazione trentenni: le borse del passato conquistano il futuro

Una collezione in pellami pregiati che conquista i mercati internazionali DI ROBERTO DAVIDE PAPINI

Il sito della Bianchi & Nardi

Il sito della Bianchi & Nardi

 Firenze, 7 maggio 2015 - Dalle borse che conquistarono Guccio Gucci (neli anni Quaranta) sino alle forniture per molti grandi marchi internazionali: la storia della pelletteria Bianchi e Nardi, l’azienda fiorentina con un centinaio di dipendenti (senza contare l’indotto) nello stabilimento di Scandicci (vicino a Firenze), è fatta di tradizione e di sguardo verso il futuro. Anche perché, come una sorta di regola non scritta (ma scrupolosamente osservata) il ricambio generazionale è un elemento essenziale. Così, alle soglie dei settant’anni di attività (è stata fondata nel 1946) la “Bianchi e Nardi” si affida alla terza generazione delle due famiglie di imprenditori. Adesso, infatti, le redini dell’azienda specializzata in pelletteria di alta gamma passano a un team composto da cinque trentenni: Gabriele Bianchi, responsabile amministrativo; Giulia Bianchi, responsabile ufficio legale.

Laura Nardi, presidente e account manager; Alessandro Nardi responsabile produzione; Andrea Nardi, responsabile dell’approvvigionamento e qualità della materia prima. Un passaggio generazionale, ma anche una nuova sfida lanciata dall’azienda fondata nel 1946 da due amici come Mario Bianchi e Aldemaro Nardi. Appena insediato, il nuovo consiglio di amministrazione ha preso la decisione di sbarcare sul mercato del luxury con un proprio brand, pur continuando a produrre per conto dei grandi gruppi mondiali del lusso.

Nasce così “Bianchi e Nardi 1946” la nuova collezione di borse in pellami pregiati. Contemporaneamente il gruppo ha aderito al programma Elite di Borsa italiana per avvicinarsi al mercato dei capitali e accelerare l’internazionalizzazione. «L’azienda nasce come produttrice con un suo marchio - spiega Laura Nardi - poi tra la fine degli anno Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, con l’affermarsi delle griffe del lusso, si decise di affiancare questi brand tralasciando un po’ il nostro marchio. Ora, però, possiamo concretizzare il sogno di lavorare anche su un nostro marchio».

Con oltre 30 milioni di euro di ricavi (+17,4%) e un utile prima delle imposte pari a 3,6 milioni (+19%), dati 2014, Bianchi e Nardi è a tutti gli effetti uno dei protagonisti della pelletteria italiana. Nello stabilimento di Scandicci ha una capacità produttiva di circa 80mila pezzi all’anno. Per Bianchi e Nardi il Made in Italy è un elemento essenziale del Dna aziendale da cui non si può prescindere.

Già nel 1941, prima che la società fosse fondata, Aldemaro Nardi aveva venduto le prime “cinque borse in feltro” a Guccio Gucci. In seguito, soprattutto a partire dagli anni ‘80, crebbe la produzione per i grandi marchi del lusso sia italiani sia internazionali. Ma la manifattura, oggi come allora, è sempre stata italiana, anzi fiorentina. «Il nostro indotto è tutto rigorosamente legato all’area fiorentina. Il fornitore più lontano è a 30 chilometri», dice ancora Laura Nardi. Ora, questa nuova sfida che si accompagna al ricambio generazionale e che lascia in mano la responsabilirà a un gruppo di trentenni. «Il nostro segreto? La forte passione per quest’azienda - conclude Laura Nardi - e il fatto di essere uniti da una forte amicizia».

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro