Intossicata da cocaina e ansiolitici: bambina di 14 mesi ricoverata al Meyer

I medici manifestano un cauto ottimismo: "Le condizioni sono stabili e le funzioni vitali sono autonome, teniamo la bimba in osservazione ma non è in pericolo di vita"

Ospedale pediatrico Meyer (Ansa)

Ospedale pediatrico Meyer (Ansa)

Firenze, 2 marzo 2016 - Intossicazione da cocaina e ansiolitici. Per questo motivo una bambina di 14 mesi è ricoverata all'ospedale Meyer in rianimazione da venerdi scorso. La piccola, originaria di Lucca, è in prognosi riservata. Dal Meyer fanno sapere che le sue condizioni sono critiche, ma i medici - sia pure con una certa cautela - manifestano ottimismo.

Secondo quanto si é appreso, la bambina, ora in terapia intensiva, è giunta all'ospedale in stato soporoso.

"Le condizioni sono stabili e le funzioni vitali sono autonome, teniamo la bimba in osservazione ma non è in pericolo di vita",  ha detto Lorenzo Mirabile, direttore della rianimazione dell'ospedale pediatrico Meyer. 

Secondo quanto spiegato da Mirabile, si tratta di "una vicenda che nasce da un fatto intercorrente comune", poiché "la piccola ha avuto un'otite, e poi aveva uno stato di torpore che i medici di Lucca pensavano fosse attribuibile a un rapporto di contiguità con le strutture encefaliche, poiché una meningite può essere conseguenza di un'otite, dunque è stata indagata su questo".

Solo in un secondo momento, "attraverso indagini laboratoristiche", si è scoperta la presenza di "tracce di sostanze stupefacenti nel suo sangue". Quanto alla famiglia della bambina, ha aggiunto Mirabile, "la mamma è sempre presente, molto in apprensione, è una realtà molto seguita quindi non faccio differenza tra questo caso e gli altri che sono nella mia rianimazione, a livello di sfera affettiva familiare". "Se posso dare una mia opinione - ha aggiunto - nell'affettività familiare la loro condizione è normale".

Sulla vicenda sono in corso indagini della procura di Lucca. Il caso è affidato al sostituto procuratore Fabio Origlio che sulla vicenda ha mantenuto il più stretto riserbo. Varie le ipotesi all'esame, tra cui anche quella che la piccola possa aver assunto le sostanze dal latte materno

 

 

Subito la mente è andata al gennaio 2015, quando una piccola di appena 5 mesi, Mia, residente a Castelnuovo Garfagnana arrivò ormai priva di vita al Santa Croce di Castelnuovo. Un caso che suscitò un profondo dolore e choc in tutta la Valle e non solo e sul quale è ancora aperta un'indagine della Procura che ha comportato numerosi accertamenti diagnostici.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro