"Ashley non se l'è cercata". La lettera della famiglia

I genitori e la sorella: "Aveva un'infezione e non poteva avere rapporti" / English version

Ashley Olsen

Ashley Olsen

Firenze, 9 febbraio 2016 - Ad un mese di distanza dalla tragica morte di Ashley Ann Olsen, i  genitori e la sorella, ancora devastati dal dolore, hanno deciso di rompere il silenzio per condividere con Firenze e con il mondo una migliore conoscenza della loro figlia e sorella. Con queste poche righe consegnate al legale di fiducia della famiglia, l'avvocato Michele Capecchi, gli Olsen vogliono raccontare la “propria verità”, se non circa i fatti ancora poco chiari di quella sera, almeno su chi era veramente questa ragazza, barbaramente uccisa nella notte del 9 gennaio scorso.

La nostra Ashley è sempre stata una donna piena di vita, con un'energia unica che toccava tutti coloro che le stavano vicino. Quando entrava in una stanza, riusciva subito a creare un clima di festa e di gioia, e brillava di amore e buona volontà. Ashley era una figlia/sorella piena di amore con uno spirito onesto. Ci mancherà per sempre. Ashley era arrivata a Firenze con noi per la prima volta nel 2012 e subito si era innamorata della cultura e la gente di questa città affascinante. Quando poi era dovuta tornare negli Stati Uniti, si ripromise subito di ritornare a Firenze, per farne la sua casa. E così dopo due anni di lavoro e di risparmi, era riuscita a rientrare in Italia nel giugno del 2014. Aveva realizzato il suo sogno di vivere la vita alla "fiorentina", dedicandosi alla sua passione per l'arte e la moda.

Purtroppo i suoi sogni e ambizioni sono stati tagliati corti da un crimine assurdo. Fino ad oggi avevamo deciso di rimanere in silenzio, rispettosi, nel nostro dolore, del lavoro della Polizia e delle indagini che stanno facendo. Ma alla fine abbiamo deciso di rompere il nostro silenzio perché le affermazioni messe in circolazione dall’indagato e da una parte della stampa avevano iniziato a dipingere un quadro di Ashley molto lontano dalla verità ed a non rendere giustizia ai suoi valori ed a ciò in cui lei ha sempre creduto. Purtroppo Ashley non c'è più per raccontarci gli eventi di quella serata. Solo chi era con lei, sa la verità. Con le poche informazioni divulgate finora dalla Polizia, e finché le indagini sono ancora in corso, non è semplice fare luce sugli eventi di quella serata. Quello che sappiamo per certo è che nostra figlia/sorella, era conosciuta come persona fedele e monogama.

Sappiamo che nei giorni prima della sua morte, stava facendo una cura medica per una infezione del tratto urinario che le avrebbe impedito di avere rapporti sessuali consenzienti. In aggiunta, se è vero (come dicono le Autorità) che Ashley aveva bevuto e assunto altre "sostanze" che la avevano resa non pienamente capace di intendere e di volere, allora deve dirsi chiaramente che qualsiasi tipo di rapporto avuto quella notte, non sia stato consensuale. Quindi non è vero che ci fu sesso “consenziente”, quella notte. Il fatto, poi, di aver trascorso le sue ultime ore in un locale pubblico piuttosto che un altro, non le può essere imputato come una colpa o una macchia sulla sua personalità. E’ inaccettabile, offensivo e profondamente ingiusto pensare, come è stato insinuato, che se la sia quasi cercata, per il semplice fatto di essersi fatta avvicinare da uno sconosciuto, in quel locale. L’unica altra cosa che sappiamo per certo è che, dopo la morte di Ashley, entrambi i suoi cellulari e vari altri beni di nostra figlia non si trovano più. Di questi fatti sono stati informati anche gli inquirenti.

Per tutto il resto, per informazioni vere e realmente attendibili su quanto è avvenuto, crediamo che sia giusto ed opportuno lasciare che la Polizia e Procura della Repubblica facciano il loro lavoro. Sebbene non possiamo far tornare in vita Ashley, possiamo mantenere in vita la sua eredità come persona gentile e dal cuore puro. Siamo grati per gli sforzi della Polizia, del nostro avvocato e di chi sta facendo le indagini, e per la velocità in cui sono riusciti ad identificare un possibile responsabile. Abbiamo fiducia che le autorità ci forniranno le risposte che mancano senza farsi influenzare dalle affermazioni pubblicate dalla stampa, molte assolutamente infondate. Siamo sicuri che l’impegno delle forze dell’ordine ci permetterà di sapere ciò che è veramente accaduto quella sera orribile, e che giustizia sarà fatta.

In fede, Walter, Paula e Gabrielle

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