Omicidio Ashley Olsen, "Litigava con le sue amiche" e dal Montecarla spunta un uomo

Giulia lavora nel locale: ha visto Ashley prima che morisse

Ashley Olsen

Ashley Olsen

Firenze, 13 gennaio 2016 - Ashley e le amiche che arrivano tardi, tardissimo al Montecarla. «Le cinque», dice Giulia, che lavora nel locale e l’altra notte è stata avvicinata da taccuini e telecamere. «Qui non ha bevuto, forse lo ha fatto prima», prosegue, ricordando la nottata tra giovedì e venerdì, l’ultima di Ashley da viva, anche se al momento, l’autopsia non ha chiarito l’ora esatta del decesso. Non ha visto con chi si è allontanata (anche se ha avuto l’impressione che sia andata via assieme alle amiche) ma in compenso ha notato «un po’ di movimento, un po’ di tensione» tra le tre donne. 

«Succede tra ragazze...», ha commentato l’addetta del locale intervistata dalla Tgr della Rai Toscana. Ma forse, alla base del litigio con le amiche potrebbe esserci un uomo. Una persona che Ashley conosceva già e con cui si stava intrattenendo, a “dispetto” dei loro consigli. 

Nomi e dettagli sono sul taccuino degli investigatori della squadra mobile, che adesso sembrano aver imboccato un sentiero ben preciso. Una strada che parte dal locale “alternativo” di via de’ Bardi e porta, forse con almeno una tappa intermedia, nel monolocale di via Santa Monaca, dove la bella americana di 35 anni è stata trovata morta sabato dal suo fidanzato, il pittore Federico Fiorentini.  Ashley che varca la soglia di casa con una persona o comunque gli dà appuntamento lì. La notte sta lasciando il posto all’alba ma nel piccolo appartamento preso in affitto succede qualcosa. 

Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, nemmeno quella di un gioco erotico sfuggito di mano. Lei è nuda, con soltanto i calzini ai piedi. L’autopsia, i cui risultati sono stati resi noti soltanto parzialmente, dice che intorno al collo dell’americana è stato stretto intorno un laccio o un cavo. Gli inquirenti hanno repertato un cavo usb della lunghezza di circa un metro, ma anche una catenina: potrebbe essere l’arma del delitto, anche se esso viene rinvenuto nella stanza principale, mentre il cadavere, secondo il racconto di Fiorentini, è sul letto.

C’è disordine, c’è una sedia rotta (secondo gli inquirenti l’avrebbe rotta il fidanzato in uno scatto di disperazione quando si è reso conto che la donna sarebbe morta) c’è un vetro, posto su un’anta di un armadio, rotto. Oltre ai segni sul collo (non solo quello, abbastanza netto e fine, lasciato dall’“arma”), secondo il verbale di rinvenimento del cadavere, presenta «vistose ferite» su altre parti del corpo. Eppure, dicono le risultanze dell’autopsia, Ashley non ha ingaggiato una colluttazione con il suo assassino.  Perché?

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