Alta velocità. Già montata la nuova fresa. Si parte (forse) a novembre

Ancora un rinvio, ma dovrebbe essere l’ultimo

Treno in galleria

Treno in galleria

Firenze, 5 ottobre 2015 -  LA RIPRESA dei lavori per lo scavo del tunnel per l’alta velocità doveva essere alla fine di settembre. Così almeno aveva anticipato a dicembre scorso l’ad di Ferrovie, Michele Elia presentando il restyling della stazione di Santa Maria Novella. «Cercheremo di mantenere settembre come obiettivo. Il nostro traguardo è settembre». Aveva detto davanti al sindaco Dario Nardella.

Settembre è già stato archiviato. Senza esito. La nuova scadenza è ora lanciata entro la fine di novembre, sperando che dal Ministero dell’Ambiente l’autorizzazione al piano di gestione delle terre, visto l’esito tranquillizzante delle analisi richieste al Cnr di Roma arrivi in tempi brevi. Ancora non c’è alcuna dichiarazione ufficiale da parte di Rfi, ma informalmente sono questi i tempi attesi dagli addetti ai lavori.

La nuova fresa, del resto (quella che ha sostituito la sfortunata Monna Lisa oggetto dell’inchiesta della magistratura) è già stata montata per oltre l’80 per cento nei cantieri di Campo di Marte e quasi la metà del ‘camerone’ per la stazione Foster ai Macelli è stato completato.

Le cento pagine di relazione del Cnr sulle terre di scavo potrebbero essere l’ultima spinta verso la ripresa. Da tempo, del resto, i sindacati (con la Fit- Cisl in prima linea), ma anche il governatore Enrico Rossi e il sindaco Dario Nardella, scalpitano per la conclusione dei lavori. Chiedendo almeno una data certa per la conclusione dei lavori. Più volte in questi anni il presidente Rossi ha battuto i pugni sul tavolo con Rfi e con il Ministero dei trasporti perchè questa opera giunga a termine. Il problema – non più rinviabile a suo parere – è quello di liberare la strada ferrata in superficie per il servizio ferroviario regionale e metropolitano.

Solo così, infatti, potranno essere risolti i ritardi e i disagi che quotidianamente i pendolari devono affrontare. Ad oggi il numero dei treni in servizio non può essere aumentato: in superficie manca lo spazio fisico e quelli esistenti sono in gran parte utilizzati per l’alta velocità.

Se Regione e Comune premono per il via ai lavori i comitati ambientalisti insistono invece perchè l’opera, considerata ‘inutile’ sia definitivamente fermata. L’ultima denuncia, in ordine di tempo è arrivata dall’audizione dell’associazione Idra all’Osservatorio ambientale. Autorizzare gli scavi del doppio tunnel Tav di Firenze «con una sola fresa e non con due, in simultanea, come è stato fatto a Bologna, è un aspetto che deve essere assolutamente rivisto». Lo sostiene Teresa Crespellani, ex docente all‘universita‘ di Firenze in ingegneria geotecnica sismica.

Pa.Fi.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro