Albertazzi torna in scena con "Miti ed eroi" accompagnato dal sax di Cocco Cantini

Sabato 20 settembre, alle 19, nella splendida cornice della Tenuta La Pescaia di Sticciano Scalo a Roccastrada

Giorgio Albertazzi e Pia Tolomei sul Ponte Vecchio (foto Marco Mori/New Press Photo)

Giorgio Albertazzi e Pia Tolomei sul Ponte Vecchio (foto Marco Mori/New Press Photo)

Grosseto, 16 settembre 2014 - «Chi sono gli eroi? Incarnano i nostri sogni? Sono figli degli Dèi e degli uomini, immortali. La Duse quando camminava — raccontava Visconti che ebbe il tempo di vederla — era sollevata dal palcoscenico. E Icaro che sfida Giove e vuole volare fino al settimo cielo, cola finché il sole non gli brucia e fa sciogliere le ali di cera. Ma tra Dante e Shakespeare c’è un altro mito, mia nonna: perché il mito è spesso vicino a noi». Non è mai banale Giorgio Albertazzi, che continua a trionfare con «Le lezioni americane di Italo Calvino» e torna in scena in Toscana con una data unica,

SABATO 20 SETTEMBRE ore 19 alla Tenuta La Pescaia di Sticciano Scalo a Roccastrada. Un sacro racconto di gesta di Dèi ed eroi assieme a Stefano Cocco Cantini che accompagnerà il suo dire col magnifico sax.

Albertazzi cosa la colpisce degli eroi?

«Ulisse il lungimirante, lo scopritore d’uomini che dice ‘no’ alla bellissima maga Circe dalla quale non si è fatto sedurre e trasformare in porco. E il viaggio di Enea superstite dalla distrutta Troia con il padre Anchise sulle spalle traversa i mari e arriva nel Lazio fonda Roma».

Lei crede che i miti oggi abbiano un senso?

«Sì e no. Ognuno ha i suoi non necessariamente guerriglieri, pensa a Martin Luther King. Un mito per me è stata Cinita la mia prima insegnante e forse racconterò anche il primo amore. Un altro mito è stata mia nonna Leonilde. Mito e infinita dolcezza del morire corteggiando la morte come da Garcia Lorca».

Un luogo come La Pescaia, non casuale.

«Con questo spettacolo ‘Miti ed eroi’ si inaugura una nuova situazione per questo luogo. Qualcosa che va al di là di una festa in una villa maremmana. E’ importante perchè dal 20 settembre La Pescaia (info: 0564 577349) diventerà un centro di cultura per spettacoli, teatro, confronti, libri e incontri. Mi sembra una cosa bellissima. Io ne sono entuasista perchè questo progetto include la fondazione di una scuola che sarà un centro di cultura teatrale alla cui direzione ci sarò io. Ci stanno lavorando mia moglie Pia Tolomei di Lippa e la nipote Margherita. Sono bravissime».

Dei ed Eroi alla Pescaia dei Tolomei luogo di storia. ​

«E’ vero. La discendenza della famiglia di mia moglie con la Pia dè Tolomei della Divina Commedia è un dato di fatto. La tenuta, che attraverso i secoli si è ridotta a diversi ettari, prima era una specie di regione che arrivava dal mare fino a oltre Siena. Ci sono documenti storici di grande importanza che raccontano questa meravigliosa storia: tra i Tolomei non c’è stato nessun Papa ma ci sono stati vescovi molto potenti».

Albertazzi da Ponte a Mensola ma sempre più maremmano.

«Mi sento vicino alla Pescaia, ho scoperto un rapporto forte: il ricordo dei butteri la vicinanza del mare di queste spiagge un po’ selvagge con quei tronchi sulla riva che sembra di essere in Kenya. Oggi nella mia Toscana mi sento strano, ma in Maremma, sarà perchè c’è Pia, mi sento come se fossi a Settignano o a Fiesole. Sono uno del contado che quando diceva: si va in città intendeva a Firenze. Con la Maremma mi sento uguale così pervaso di poesia, di terra, di passione. Tutta la bellezza sta qui nella terra, nei cavalli, nelle cosce delle donne».

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