{{IMG_SX}}Firenze, 31 luglio 2008 - Vent’anni, o poco più, una caldissima serata del- l’ultimo fine settimana, una festa all’aperto, l’euforia delle vacanze. Poi la paura, l’incubo, il buio a fare da sfondo, e a nascondere l’ennesima violenza sessuale a una donna. A notte ormai inoltrata quattro, forse cinque sedicenti amici o conoscenti della vittima - stavolta non sono i 'soliti' extracomunitari brutti, sporchi e cattivi, ma giovani alla moda di una Firenze non attraversata dalla crisi economica - gettano la maschera, si trasformano in predatori per cercare di abusare della ragazza. Forse ci riescono, o ci riescono solo alcuni oppure solo in parte. Ma violenza è fatta, anche se saranno visite mediche, esami e perizie a stabilirlo con certezza, e in che termini. La ragazza subisce per interminabili minuti. Lasciata sotto choc, viene poi soccorsa. Racconta come può che cosa le hanno fatto. Arriva la polizia. Lei singhiozza e articola le parole a fatica, ma in modo chiaro, mentre racconta agli investigatori il suo dramma di parte offesa, i dettagli più scabrosi e traumatici.

 

Scenario dell’aggressione l’area della Fortezza da Basso, intesa nel senso più ampio del termine. Non in modo preciso l’area dove dall’11 luglio si tiene (proseguirà fino a domenica 3 agosto) 'Firenze in Fortezza', serie di eventi per l’estate 2008. Lì, forse, c’è solo il primo ritrovo, i sorrisi e le battute. Ma tutto avviene fuori, più tardi, al buio di anfratti della piazza, vicino alla fontana, dove nessuno o quasi passa più perché teme aggressioni di spacciatori, o disperati, comunque malintenzionati. Del caso si occupa la squadra Mobile. Il vicequestore Fabio Pocek e il commissario capo Alfonso Di Martino, con i loro uomini, lavorano in modo serrato per ricostruire i fatti, per verificare (com’è doveroso) l’attendibilità della ragazza e del suo racconto. Un lavoro coordinato dal sostituto procuratore Pietro Suchan, di turno ancora ieri e quand’è avvenuto il fattaccio, un lavoro e una lotta contro il tempo per non dare vantaggi ai presunti violentatori-bene. Ieri tutti si sono trincerati dietro il silenzio più ortodosso, nel tentativo di guadagnare più tempo e «punti» possibili per non essere costretti a lavorare sotto i riflettori mediatici.

 

"Bisogna lavorare, occorre prima indagare, verificare molte circostanze, aspettiamo le prove prima di parlare di fatti orripilanti da dare in pasto al pubblico", sibila prudente un investigatore. Si cerca di stringere i tempi per arrivare all’esatta identificazione dei presunti assalitori, nomi e cognomi, uno per uno, e di eventuali testimoni in condizione di poter apportare anche un solo elemento nella ricostruzione del drammatico puzzle. Si cercando insomma elementi incontrovertibili a supporto e a integrazione della denuncia della ragazza che ha, pare, appena 22 anni, pochi in meno rispetto ai suoi aguzzini. Presunti, giova ripeterlo.

 

E dunque: com’era iniziata la serata, la scansione esatta degli avvenimenti, minuto per minuto, fatto per fatto, di questa festa: se la ragazza è stata fatta bere troppo, se qualcuno ha tentato un approccio insistito, ben oltre i limiti e magari un rifiuto ha fatto scattare la violenza, com’è accaduto nel caso della turista italiana uccisa a in Spagna, a Lloret del Mar.

 

Importanti potrebbero rivelarsi i risultati degli accertamenti medici, anche per stabilire se la ragazza è stata stordita, com’è accaduto in ripetuti casi di cronaca, con droghe dagli effetti anche permanenti, e gravissimi. Due sono i tipi di droga non a caso ribattezzati «droghe da stupro» proprio perché 'utilizzate' dagli autori di simili violenze. Basta una di queste pillole lasciate cadere nel bicchiere della vittima. Peraltro offusca gli avvenimenti della notte precedente.

 

Possibile che nessuno abbia non diciamo visto, ma neppure sentito niente? Cominciamo dalla Fortezza e dalla manifestazione di cui sopra. Alcuni dei principali organizzatori ci hanno dichiarato di non sapere niente dell’episodio, nel senso di non averne avuta notizia di rimbalzo e perché niente è accaduto. O almeno non lì, nello spazio adibito alla rassegna di eventi cultural musicali: concerti, teatro, letteratura, ma anche gastronomia. All’una non entra più nessuno, all’una e un quarto stop alla musica, fino alle due-due e trenta c’è chi lavora per risistemare stand e quant’altro in vista della serata successiva. La zona, poi, è controllata dalle forze dell’ordine e da un adeguato servizio di vigilanza privata: 'precauzioni' quanto mai necessarie quando si radunano migliaia di persone e considerati anche i precedenti: due anni fa, c’era ancora la Festa dell’Unità, un addetto violentò una turista americana al riparo di uno stand. La ragazza, pur barcollante, si rivolse subito alla polizia, contribuendo in modo decisivo a far arrestare il suo stupratore. Dunque, la zona è presidiata. E i riflettori si spengono tardi. L’assalto dev’essere avvenuto ancora più tardi. Dove esattamente?