{{IMG_SX}}Firenze, 30 marzo 2008 - Il Vicky  Love Tour parte seconda fa tappa il 16 aprile al Mandela Forum. C’è grande attesa per il ritorno live a Firenze di Biagio Antonacci (nella foto), che proporrà in concerto i suoi grandi successi con la sua band, che vede Saverio Lanza e Marcella Menozzi alle chitarre, Fabrizio Morganti alla batteria, Mattia Bigi al basso e Lorenzo Tommasini alle tastiere. Sarà uno show ricco di suggestioni e invenzioni tecnologiche, ma anche di passione e calore. Musica, coreografie, un mega palco per colpire e coinvolgere (anche da vicino) con melodie sempre azzeccate il pubblico e un mega schermo di 120 metri quadri alle spalle dell’artista, per commentare con immagini e spettacolari inserti grafici una canzone d’autore di respiro internazionale.

 

Biagio, che concerto propone a Firenze?
"E’ un set rodato, con una band che gira a 1000 e un momento acustico in cui i brani li sceglie il pubblico".

 

In che senso?
"Chi urla di più vince. Metto sei canzoni a votazione. La gente sceglierà urlando le tre che preferisce e io le canterò. Mi piace questo momento perché, nonostante le urla, si crea intimità fra me e il pubblico".

 

Poi ci sono le coreografie?
"La più intensa è quella in cui la ballerina Ada Ossola in una sfera di plastica danza il brano Coccinella".

 

Ci sono molti fiorentini nella sua band…

"Tre su cinque: accanto al veterano Saverio Lanza, ci sono infatti anche Fabrizio Morganti e Lorenzo Tommasini. E’ la dimostrazione che a Firenze c’è stata e c’è una scena musicale viva e palpitante. Ci sono tanti bravi musicisti, che ho scoperto nei tanti concerti che ho visto in Toscana".

 

Lei ha un grande seguito, senza bisogno di partecipare a Sanremo. C’è andato Cristicchi, che è stato lanciato da un brano dedicato a lei, e l’ha vinto…
"Sono stato il primo a credere in lui, facendogli cantare al PalaEur 'Vorrei cantare come Biagio'. Peccato, perché ultimamente sembra aver un po’ disconosciuto quella canzone e la cosa non mi fa certo piacere".

 

Le sue canzoni invece hanno dei suoni davvero raffinati…
"Sono contrario alla mania italiana degli ultimi anni di compattare e omologare il sound. Tutti usano gli stessi studi, lo stesso mastering. Io invece voglio avere delle sonorità libere assemblo tutto in casa mia".

 

Il tutto condito da testi contemporanei, ma garbati?
"E’ il mio modo di essere. Dentro c’è un anima che si ribella, ma con educazione”.

 

E fra un mese debutta come scrittore?
"Sono molto contento di questo libro che uscirà per Mondadori. Si chiama “Se ami devi amare forte”. E’ un po’ il concetto della mia vita".

 

Un libro autobiografico?
"No, ma parla di tutto quello che un cantautore dice con gli amici e non nei dischi. Non è un romanzo, ma una raccolta di pensieri, di ricordi legati alla mia gioventù nella periferia di Milano. A Rozzano, quando facevo il batterista e mi divertivo con gli amici. C’è una libertà di pensiero a 360 gradi. E’ un libro scritto di getto in cui indago un po’ i controsensi del vivere".

 

Ha mai pensato di tornare a suonare la batteria?
"E’ un mio sogno. Mi piacerebbe fare un tour in trio per i teatri: batteria, basso, chitarra. Naturalmente cantando. Come faceva Phil Collins".

 

Continua a dipingere?
"Sì, soprattutto d’estate, quando sono a Rio Marina, all’Isola d’Elba. A quanto pare la Toscana mi ispira, non solo musicalmente. Quella della pittura è una passione che porto avanti da una decina d’anni. Quando sono al mare mi piace buttare i colori su una tela e impastare tutto. Sono quadri molto naif, che fanno venire fuori un’altra parte di me".

 

Nuovo album?
"Probabilmente fine anno. Sarà un The best of. Una raccolta delle mie canzoni, con sonorità nuove, ma rispettando le stesure dei brani originali".
Firenze
Mandela Forum
16 aprile