Giovedì 18 Aprile 2024

Corte di Strasburgo: "Legittimo vietare la ricerca su embrioni". Respinta la richiesta di Adelina, la vedova di Nassiriya

Il caso di Adelina Parrillo, la vedova di Nassirya: fece ricorso alla fecondazione in vitro ma dopo la morte del compagno decise di donare gli embrioni per la ricerca. La legge italiana però lo vieta. Strasburgo: "I suoi diritti non sono stati violati"

Fecondazione (Ansa)

Fecondazione (Ansa)

Roma, 27 agosto 2015 -  L'Italia non ha violato la Convenzione europea sui diritti dell'uomo per non aver permesso la donazione a scopo scientifico di embrioni umani ottenuti attraverso la fecondazione in vitro. Lo ha stabilito la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo.

Alla Corte si era appellata Adelina Parillo, la vedova di Stefano Rolla, morto a Nassiriya nel 2003. Nel 2002 Adelina e Stefano fecero ricorso alla fecondazione in vitro, ottenendo cinque embrioni che però non furono mai impiantati. La signora Parillo, dopo la perdita del compagno, rinunciò alla gravidanza, ma decise di donare gli embrioni per la ricerca scientifica, in particolare per la cura di malattie difficili da curare. La legge italiana vieta tuttavia esperimenti sugli embrioni umani: la richiesta della signora Parillo fu quindi rifiutata, nonostante fosse giunta prima dell'entrata in vigore dell'attuale norma (2004), che disciplina la materia. 

La Corte europea ora avalla quella decisione. La preparazione della legge italiana "ha generato un dibattito significativo", spiega Strasburgo, secondo cui le autorità italiane "hanno preso in considerazione l'interesse dello Stato nel proteggere l'embrione e l'interesse degli individui coinvolti". 

La Corte ritiene inoltre che in questo caso specifico "il divieto è necessario in una società democratica" in quanto non ci sono prove che il compagno della signora Parillo fosse d'accordo con la donazione degli embrioni. La Corte ha però accettato per la prima volta il principio in base al quale una decisione sulla sorte di un embrione riguardi la vita privata di una persona, aprendo quindi nuove possibilità di ricorsi nel futuro. La Corte di Strasburgo fa capo al Consiglio d'Europa, un'organizzazione distinta dall'Unione europea, e di cui sono membri anche paesi come Russia, Turchia e Azerbaigian.