Giovedì 25 Aprile 2024

Fecondazione, Chiamparino: "Anche il Piemonte garantirà il diritto all'eterologa"

Dopo la Toscana e in parte l'Emilia, grazie alla sentenza di un giudice, anche il Piemonte dice sì alla fecondazione eterologa

Una inseminazione in laboratorio con l'iniezione dello spermatozoo nell'ovulo (Ansa)

Una inseminazione in laboratorio con l'iniezione dello spermatozoo nell'ovulo (Ansa)

Torino, 28 agosto 2014 - La Toscana è stata la prima di tutti, ad assicurare la fecondazione eterologa alle coppie sterili - dando il via libera a 22 centri - nonostante il 'veto' del ministro Lorenzin, che rimandava tutta la questione a settembre. Poi c'è stata la sentenza di un giudice di Bologna, che ha detto sì a due coppie. Ora anche in Piemonte chi cerca un bambino ma ha bisogno di un donatore verrà aiutato nelle strutture sanitarie regionali.

Il Governatore Sergio Chiamparino è chiaro: "Garantiremo il diritto alla fecondazione eterologa così come deciso dalla Consulta. Dopodiché ci sono decisioni da prendere che non sono di poco conto, perché dobbiamo evitare che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da Regione a Regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo. Stiamo lavorando per definire le linee guida da condividere fra tutte le Regioni e sulle quali trovare velocemente un accordo con il Governo", ha dichiarato al termine della riunione di Giunta di oggi in cui è stato affrontato il tema della fecondazione eterologa.

"Riteniamo indispensabile inoltre - ha aggiunto - che l'accesso a questa procedura venga inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), in modo che quello alla fecondazione eterologa sia un diritto esigibile da parte di tutti e non solo da parte di chi già ora ne può usufruire". In Piemonte sono operativi 12 Centri pubblici (9 di 1° livello, 1 di 2° livello e 2 di 3° livello) e 15 Centri privati (8 di 1° livello, 4 di 2° livello e 3 di 3° livello. Solo un centro privato di 3° livello è accreditato con il SSR). "Premesso che non vi è nessuna volontà di contrastare l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione  eterologa - ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta - riteniamo indispensabile definire quanto prima linee guida comuni per evitare il Far West. Nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni verrà svolto un lavoro tecnico al fine di definire criteri comuni sui principali aspetti della materia: selezione del donatore (età minima e massima); istituzione di un registro dei donatori (anche al fine di fissare un numero massimo di donazioni); garantire la tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente e viceversa; gratuità della donazione; anonimato e consenso informato; esami genetici e infettivi per i donatori; gratuità della prestazione (se debba cioè essere a carico a del SSR o no)".

"L'obiettivo - ha concluso - è quello di arrivare a un'intesa di tutte le Regioni su una bozza tecnica di linee guida da sottoporre al ministro Lorenzin, e successivamente adottare come frutto dell'impegno comune tra il ministero e le Regioni".

QUI TOSCANA - Anche il governatore della Toscana Enrico Rossi torna sul tema della fecondazione eterologa. "Molti articoli, molte discussioni, molti problemi - scrive sul suo profilo facebook - da parte di chi per un motivo o per un altro non vuole che si faccia l'eterologa". Per il presidente della Toscana "la Corte Costituzionale e' stata chiara: il diritto di provare ad avere un figlio è un diritto intimo e incoercibile della coppia. Perciò deve essere garantito a tutti in modo equo, con sicurezza e a costi accessibili. Non c'è nessun vuoto normativo". "In Toscana - conclude il presidente dell'unica regione che ha predisposto delle linee guida in attesa di quelle nazionali - si fa l'eterologa. In Toscana si applicano le sentenze dell'alta corte. Il resto sono chiacchiere insulse e spesso strumentali".