Empolesi a Sanremo, il giovane maestro Calvetti è un veterano: "Un festival toscano, tutto simpatia"

Il direttore di orchiestra castellano è ormai alla sua sesta partecipazione RIVIVI SANREMO CON LA NAZIONE / AL TRUCCO DI ARISA E MALIKA AYANE CI HA PENSATO ANCHE UNA MAKE UP ARTIST EMPOLESE / LA FINALE / LA QUARTA SERATA: GIOVANNI CACCAMO VINCE PER LE NUOVE PROPOSTE / AI CAPELLI DEI CANTANTI IN GARA CI PENSA UN COIFFER FIORENTINO / LA TERZA SERATA

Diego Calvetti a Sanremo (Gianni Nucci/Fotocronache Germogli)

Diego Calvetti a Sanremo (Gianni Nucci/Fotocronache Germogli)

Empoli, 15 febbraio 2015 - AL FESTIVAL di Sanremo, ormai, si sente quasi a casa. Conta già sei presenze come direttore d’orchestra nonostante abbia soltanto 40 anni. Il debutto ad appena 30 anni: «Salii i tre gradini del palchetto con le gambe che tremavano e quando il conduttore pronunciò il mio nome pensavo di svenire». Diego Calvetti, 40 anni, di Castelfiorentino, produttore discografico, musicista e paroliere, in questa edizione della kermesse canora, può vantare il primato di avere avuto in gara tre cantanti da lui prodotti (Annalisa, Bianca Atzei, Dear Jack), due dei quali ha personalmente diretto sul palco dell’Ariston.

«Il Festival è sempre una bella vetrina – racconta – un’occasione per incontrare tutti quei colleghi e amici che altrimenti vedresti raramente». Calvetti è uno degli esperti di musica più apprezzati e richiesti sul panorama nazionale. Anche Gianni Morandi (che è anche un amico di famiglia: era molto legato al compianto papà di Diego, Luigi, scomparso nel luglio 2013) è passato dal suo studio di registrazione, il Platinum Studio, allestito all’interno di una bellissima casa colonica (che è il rifugio dell’artista castellano) sulle colline di Ulignano con vista sulle torri di San Gimignano. Dalle prime scale armoniche eseguite a sei anni al pianoforte dentro il negozio di parrucchiera di mamma Gloria, di strada Calvetti di strada ne ha fatta e ne fatta fare a tanti giovani cantanti. Adesso si gode i frutti del suo lavoro: il palchetto di Sanremo non fa più paura, anzi. «Mi diverto tantissimo. Quest’anno per gioco ho pensato di cambiare ogni sera il colore dei capelli, passando dal naturale al blu fino al nero corvino». Con l’orchestra dell’Ariston ama avere un rapporto ‘alla pari’. «Dirigo senza la bacchetta che preferisco invece usare quando ho davanti un’orchestra classica». Con i musicisti di Sanremo 2015 fin da subito è nato un feeling particolare. «Con la metà di loro avevo già lavorato – spiega – Molti sono toscani come me, come il conduttore Carlo Conti, come diversi cantanti in gara e ospiti. Insomma è stata un’edizione dall’atmosfera molto familiare: noi toscani portiamo sempre una ventata di simpatia».

Il successo non lo ha cambiato di una virgola: semplice, genuino e capace di emozionarsi ogni volta che lo chiama uno dei suoi più speciali ‘ammiratori’: il prof di italiano del liceo, Odoardo Piscini. «Mi ha telefonato dopo la prima puntata per farmi i complimenti – svela – Al liceo era il prof che temevo di più e ancora oggi non riesco a non dargli del “lei”. Mi ha ricordato di una gita a Budapest dove mi comprai una balalaika. Girai tutto il giorno per la città con questo ingombrante oggetto con il prof che mi domandava: ma cosa te ne farai di questo enorme strumento?».