Siringhe e medicine vicino a scuola. Ponzano, il parco della droga

Tra il verde le tracce evidenti del passaggio dei disperati dell’eroina

 Siringhe e degrado ai giardini di Ponzano. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Siringhe e degrado ai giardini di Ponzano. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Empoli, 25 novembre 2015 - Cambiano i colori, quelli delle foglie rese gialle e fragili dall’autunno, ma non le abitudini di chi ha eletto quel parco empolese, nel quartiere di Ponzano, a salottino della droga. Un angolo tranquillo e riparato dove farsi una dose, senza correre il rischio di essere disturbato, da occhi indiscreti o, peggio ancora, dall’intervento delle forze dell’ordine che quotidianamente pattugliato il territorio. Per quel che possono, va detto, visti organici ridotti e scartoffie abbondanti cui dedicarsi, ma questo è un altro discorso. Siringhe usate, le più senza ago, medicinali utili a diluire la polvere e a preparare la dose da iniettarsi. Eroina, con ogni probabilità, facilmente reperibile e a buon mercato nei luoghi dello spaccio cittadino. I parchi ben noti, dal Mariambini al polmone verde di Serravalle, fino alle piazze come la XXIV Luglio, a due passi dal Giro, o via Barzino, dove da un po’ si è trasferito il Sert.

Acquistata la roba, da qualche parte bisogna rifugiarsi e il parco pubblico di Ponzano continua a essere tra i posti più gettonati. Continua, sì, perché le segnalazioni dei residenti non sono cosa di adesso. Già a fine giugno avevamo fatto tappa nei giardini che confinano con due scuole, il nido d’infanzia «Stacciaburatta» e la primaria della frazione, poco distante dal campo sportivo dove lo sport e con esso uno stile di vita sano, in teoria, la fanno da padroni. E a dirla tutta, in molti al mattino scelgono lo spazio verde - con tanto di giochini per i più piccoli e panchine per chi è in cerca di qualche momento di relax - per concedersi una corsetta o un po’ di ginnastica all’aria aperta. Quasi a rivendicare che non tutto è perduto.

E del resto, è anche vero: a parte qualche cartaccia o bottiglie di birra, come denunciato nei giorni scorsi da un cittadino via social, il giardino pubblico di Ponzano non è male. Apparentemente. Basta non avventurarsi nel privée della droga, in fondo al parco, che per ingresso ha un piccolo tunnel di rami e foglie. Poche quelle ancora sugli alberi, dopo la bufera di vento e pioggia dei giorni scorsi, molte invece quelle a terra, come un tappeto sotto al quale nascondere non la polvere, bensì i resti di notti di sballo e ‘viaggi’. Come le siringhe, i loro involucri o ancora scatole di prodotti farmaceutici funzionali alla dose. E accendini per scaldare quella polverina della quale a un certo punto è davvero difficile fare a meno. Tutto lasciato per terra, prima di andarsene, scavalcando quel pezzo di rete, un tempo sistemato per delimitare il parco, oggi diventato porta di ingresso per tossicomani in cerca di privacy.