«Basta tagli, no al preside-sindaco». I sindacati per un sabato di protesta

Affollata assemblea al Pontormo con centinaia di lavoratori

L'assemblea sindacale dei lavoratori della scuola

L'assemblea sindacale dei lavoratori della scuola

Empoli, 17 aprile 2015 - "Siamo qui per difendere con le unghie e con i denti i diritti dei lavoratori della scuola, conquistati con anni e anni di sacrifici ed esperienza». Il grido lanciato dai sindacati a tutela della scuola è forte e chiaro, ed è condiviso dalle centinaia di persone che ieri dalla mattina presto al pomeriggio inoltrato hanno preso parte all’assemblea territoriale organizzata all’Isis Il Pontormo per discutere con tutto il personale della scuola del Circondario degli effetti a dire del sindacato «dirompenti» che il disegno di legge 2.994 avrà sul sistema scolastico attuale.

Sono gli ultimi 20 giorni decisivi per la scuola: se approvato a maggio, il provvedimento segnerà un cambiamento radicale. E peggiorativo secondo i numerosi lavoratori che ieri hanno affollato l’auditorium di via Sanzio per denunciare una «buona scuola» che non esiste più e in vista della manifestazione di protesta nazionale che si tiene il 18 aprile a Roma. Dai giovani insegnanti precari in attesa di un contratto che non si farà, ai collaboratori scolastici e assistenti amministrativi per i quali non è previsto un piano di assunzioni, in tanti in arrivo dagli istituti scolastici degli 11 comuni hanno cercato di fare chiarezza sul «mostro» del ddl buona scuola. Tre fasce orarie per un’assemblea no stop che è andata avanti dalle 8 alle 16,30. Non una sommossa, ma un momento di confronto composto che ha riunito attorno allo stesso tavolo i rappresentanti sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams.

«No al feudalesimo nella scuola», «Basta tagli», «Da dirigente scolastico a colonnello comandante, il passo è breve». Manifesti, striscioni, slogan e parole dure per dare voce ad un’idea condivisa «per rafforzare e valorizzare l’autonomia della scuola non basta affidare più potere al dirigente».

Dei troppi poteri in mano al preside-sindaco ha parlato per Gilda Unams Silvana Boccara:  «Va ridefinito il ruolo del preside cui spetta autorevolezza, ma senza coloriture dittatoriali in merito all’individuazione dei meritevoli, alle remunerazioni integrative e alla chiamata diretta dei docenti». Il dirigente diventa leader, e ciò non rispetterebbe il principio costituzionale della libertà d’insegnamento e l’autonomia professionale, creando fortissimi squilibri. 

«Se il dirigente sceglierà i professori, sarà a gara a chi gli è più,simpatico- sottolinea Marco Paolo Nigi segretario Snals Confsal - È possibile che il ddl così com’è porti a una scuola pervasa da scontento e molteplici tensioni interne, innescando la corsa dei docenti a essere simpatici al dirigente per venir confermati o per entrare nella scuola ambita». In sostanza – temono i sindacati – aumenterà la conflittualità tra le scuole per accaparrarsi l’insegnante (considerato) di grido per bravura, serietà o larghezza di giudizi.