Lo scooter e, nel riquadro, la vittima (Nucci/Germogli)
Empoli, 29 aprile 2016 - Un impatto violentissimo. Devastante. Lo scooterone che finisce sul ciglio, a pezzi. La Mini che si ferma una ventina di metri più avanti, senza la ruota anteriore sinistra, con gli airbag esplosi e il muso dilaniato. Sull’asfalto di via Salaiola, sulle colline di Empoli, c’è il casco del motociclista, Paolo Giacovelli, 41 anni, di Empoli. Poco più in là una delle sue scarpe. Le condizioni dell’uomo sono apparse fin da subito gravissime: nell’impatto ha riportato ferite a gambe e braccia, fratture multiple e un trauma cranico importante. E ha perso molto sangue.
I soccorritori della Pubblica Assistenza di Empoli al loro arrivo lo hanno immobilizzato ed estratto dal fosso in cui era finito. Poi è scattata la corsa al pronto soccorso del San Giuseppe dove l’uomo, entrato direttamente in ‘camera rossa’, è morto poco dopo nostante sia stata tentato il possibile. In via Salaiola i carabinieri del Radiomobile di Empoli intervenuti per i rilievi, indispensabili per cercare di individuare le ragioni del drammatico scontro avvenuto poco dopo le 21. In prossimità di una curva, in un tratto della provinciale assai buio. Secondo una prima ricostruzione, la Mini condotta da un giovane viaggiava verso Empoli, mentre lo scooterone, un Honda nero, arrivava in direzione opposta sulla strada per Monterappoli.
La dinamica è ancora al vaglio dei militari, ma quel che è certo è che lo scontro è stato tremendo: lo scooter ha sbattuto contro lo spigolo anteriore sinistro della Mini. Una botta talmente violenta da strappare il piantone della ruota della macchina, fermatasi più avanti. Lo scooter invece è finito in un campo. E con lui il suo conducente. A dare l’allarme l’automobilista, praticamente illeso ma sotto choc: la centrale operativa del 118 ha inviato l’ambulanza della PP.AA di Empoli con infermiere a bordo, mentre venivano allertati anche i carabinieri. Via Salaiola è rimasta chiusa al traffico per oltre un’ora. Sul posto a occuparsi della viabilità i militari della stazione di Limite sull’Arno.