"Fai sesso o sarai dannata in eterno": perché l’ex prete va in assise

I verbali dell’inchiesta: le ha costrette a umilianti riti / "ME LO RITROVAI DAVANTI CON I PANTALONI GIU'" / VIOLENZA SESSUALE E RIDUZIONE IN SCHIAVITU': EX PRETE RINVIATO A GIUDIZIO

L’ex prete Mauro Cioni, a processo per schiavitù e violenze

L’ex prete Mauro Cioni, a processo per schiavitù e violenze

Empoli, 16 novembre 2014 - HA VISSUTO pericolosamente per trent’anni, ben oltre il confine dell’eresia ecclesiastica e (forse) del codice penale, finché non è andato a inciampare su uno che si proclamava più santo (e più santone) di lui. E’ allora che la setta di Mauro Cioni (un tempo Don Cioni, empolese, ed ex parroco di Ortimino) va in frantumi e nelle diatribe che la spaccano salta l’omertà che aveva sempre coperto la «sua» comunità religiosa di Montecchio ad Arezzo.

E’ allora che per il sacerdote, 69 anni, che aveva buttato la tonaca alle ortiche nel 1985 comincia la valanga che lo porterà dritto dritto davanti alla corte d’assise di Arezzo, convocata per il 16 gennaio, accusato di reati gravissimi come la riduzione in schiavitù dei suoi fedeli e la violenza sessuale su molti di loro, soprattutto donne. La Nazione è in grado di ricostruire questo percorso sulla base dei verbali giudiziari, in particolare gli atti d’inchiesta della squadra mobile di Firenze, con le testimonianze dei protagonisti. Dentro c’è di tutto. Dallo stato di sudditanza psicologico in cui gli stessi adepti dicono di essere rimasti vittime alle angherie che i membri della setta spiegano di aver subito (non potevano neppure rivolgersi al medico senza che Cioni li autorizzasse), dalle sedute in cui i medium cadevano in tranche e raccontavano di essere in contatto con Dio ai riti sessuali con cui Mauro Cioni pretendeva di scacciare il maligno dai suoi accoliti, meglio dalle sue accolite.

Della comunità di Montecchi si sospettava almeno dal 2000, quando uno dei seguaci, il giovane Iacopo Spezi, si era suicidato sparandosi un colpo di fucile in testa, Ma Cioni si era sempre difeso con lucidità, anche dentro la setta: siamo un normale gruppo religioso, diceva fuori; è opera del diavolo, spiegava all’interno. Ecco però che il 25 settembre 2009 si arriva dentro la comunità a una drammatica seduta di autocoscienza collettiva, sollecitata da Carlo Carli, 35 anni, senese, figlio di un primario delle Scotte anche lui seguace della setta.

E’ lì che le donne scoprono quel che l’ex parroco aveva sempre nascosto, facendo a credere a ognuna di essere l’unica «eletta» sottoposta alle sue attenzioni: che cioè in sei o sette hanno subito le violenze di Cioni. La setta si rompe, se ne vanno Carli, la moglie da cui si sta separando, la nuova compagna, altri membri del gruppo che si stabiliscono tutti a Siena a casa del nuovo santone, dove peraltro la loro sorte non sarà molto migliore.

E’ allora che una professoressa e catechista seguace di Cioni fin dagli inizi si rivolge al figlio dicendogli di aver versato 40mila euro all’emergente senese. L’uomo va dritto alla Mobile, cominciano le indagini, parla Carli, parlano la moglie e la nuova compagna, parlano le seguaci più anziane, in parte perchè la spaccatura ha rotto il vincolo di omertà, in parte perchè non ne possono più.

La dottrina dI Cioni prevede che il battesimo della chiesa non sia sufficiente e che ne serva un altro da lui officiato. Dopo di che i seguaci sono pronti a ricevere Dio, non solo spiritualmente ma anche (le donne e non solo loro) fisicamente. L’ex sacerdote è il tramite, il mezzo è quello sessuale. A una a una, per anni, le donne vengono chiamate nello studio del santone a Montecchio. Lì lui le obbliga a rapporti orali e ad esplorazioni intime con le dita, in un solo caso a rapporto completi. Se loro sentono male o nausea lui spiega che perchè non si sono purificate a sufficienza e sono ancora in preda ai demoni. A ciascuna dice che lei è la sola, che il loro è un rapporto «come fra San Francesco e Santa Chiara». Le adepte ci credono, fino a quando scoprono che è successo a tutte o quasi. E cominciano a parlare. Anche con la Mobile fiorentina. Qualcuno insinua che contatti sessuali possano esserci stati anche con i seguaci uomini, in particolare con Spezi, che potrebbe essersi ucciso proprio per quello. Sono i temi dell’assise che si apre a gennaio.