Sì alle fusioni: esaltano le eccellenze «Ora il comune unico della Valdelsa»

La senatrice Cantini: strada da percorrere, ma decentrando i servizi

La senatrice Laura Cantini. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

La senatrice Laura Cantini. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Castelfiorentino, 21 novembre 2015 - Lei ne è stata una antesignana, e oggi che il tema delle fusioni tra comuni è tornato alla ribalta è pronta a rilanciarlo con forza. La senatrice Pd Laura Cantini, ex sindaco di Castelfiorentino dal 2004 al 2009 e poi vicepresidente della provincia di Firenze, torna sull’argomento a lei tanto caro. «Sono favorevole alla fusione tra comuni in particolare in Valdelsa - rimarca - Ho sostenuto questa idea già alcuni anni fa e ne sono convinta ancora di più oggi a riforma istituzionale approvata, che ci vede a pieno titolo inseriti nella CittàMetropolitana e cioè in quelle che sono considerate le aree strategiche per lo sviluppo del Paese e per questo destinatarie di risorse per investimenti pubblici e privati». Senatrice, cosa non la convince più dell’attuale divisione territoriale? «E’ troppo frammentata e poco competitiva. Avere un comune più grande non è un obbligo per superare i tagli e garantire migliore efficienza degli enti.

Certo anche questo, ma soprattutto serve per la pianificazione e lo sviluppo». Quando pensa a un comune più grande a cosa pensa? «Per esempio a un comune della Valdelsa. Avere un solo comune di 50.000 abitanti significherebbe avere in un fazzoletto di terra tutte le migliori risorse della Toscana: distretto industriale, turismo e agricoltura, polo culturale di eccellenza, sistema del credito. Dobbiamo superare il timore a intraprendere questa strada affrontando il vero problema che si frappone, ossia la paura di perdere identità e senso di appartenenza che in questo momento di crisi si è invece consolidato tra i cittadini. Appartenenza ad una storia comune non deve essere chiusura, arroccamento, che fa rima con paura. Credo che sia giunto il momento di entrare nel merito e chiarire come vorremmo e potremmo realizzare questa fusione tra comuni». Come vorrebbe si realizzassero le fusioni? «Innanzi tutto credo sia assurdo pensare che un comune annetta gli altri. Il successo di questa iniziativa dipende casomai dalla capacità opposta di dare pari dignità ai diversi comuni a prescindere dalla dimensione di ognuno».

Si spieghi meglio… «Se si fondono Castelfiorentino, Certaldo, Gambassi, Montaione e Montespertoli o San Gimignano, come ipotizzato da chi fa derivare le fusioni dalle aggregazioni dei distretti industriali, il nuovo macro comune potrebbe chiamarsi comune di Valdelsa con all’interno le città di Castelfiorentino, Certaldo eccetera. Alle denominazioni che restano dovrebbe anche corrispondere un’articolazione di servizi e presidi territoriali che facciano riferimento alle città, obblighi che devono essere stabiliti in modo ferreo nello statuto del nuovo ente che, se da un lato razionalizza e accentra le attività amministrative, dall’altro decentra i servizi di contatto con i cittadini sul territorio, la cui permanenza dovrà essere garantita anche dal nuovo assetto istituzionale nei vari luoghi simbolo, nei palazzi delle singole città. Il sindaco del nuovo comune nato dalla fusione non sarebbe meno rappresentativo e meno punto di riferimento dei cittadini di quanto non lo siano adesso i vari sindaci».