di YLENIA CECCHETTI

Empoli, 22 gennaio 2014 - Colorobbia ha ritirato il progetto di impianto di trattamento soa (sottoprodotti di origine animale) ma le polemiche non si placano. Nonostante l’idea sia sfumata in tempi record, l’Ecobit continua a far parlare di sé: questa volta a dire la sua è la candidata alle primarie Pd per il sindaco di Empoli, Brenda Barnini. L’occasione per riportare all’attenzione il caso si è presentata lunedì sera in consiglio comunale, dove Barnini ha preso la parola. "Il primo errore - scrive sul social network dopo aver parlato in consiglio comunale - è stato aspettare che la discussione fosse promossa da soggetti diversi dall’amministrazione comunale. Serviva un percorso informativo trasparente e partecipato che non lasciasse spazio alla paura e al sospetto".

Paura e sospetto, dunque, i grandi colpevoli: paura per un progetto che potesse in qualche modo compromettere la salute dei cittadini (di inquinamento, inceneritore, emissioni e maleodoranze si è parlato molto). Sospetto per le motivazioni che potevano aver spinto la famiglia Bitossi ad investire su un mercato diverso da quello delle ceramiche. Contestato da subito, il progetto non ha trovato neppure il tempo di esser discusso e illustrato a dovere. Comitati, petizioni, allarmismo e preoccupazione. "Hanno sbagliato e parecchio - continua Brenda Barnini - quelle forze politiche (Sel e M5S) che hanno giocato a far salire la paura parlando di inceneritore quando non lo è". Già prima che venisse fissata la data della seduta consiliare aperta, venivano diffusi volantini di protesta che invitavano a dire “No all’inceneritore di Fibbiana”. Ma di inceneritore, i tecnici della Colorobbia non avevano mai parlato. Avevano provato ad illustrare il progetto nel corso della seduta congiunta delle due commissioni consiliari “Assetto del territorio e ambiente” e “Lavoro”, a Montelupo.

Ma i più arrabbiati delle centinaia di persone intervenute, non hanno reso possibile alcun tipo di confronto costruttivo. "La democrazia non è urlare in 300 - insiste Barnini - ma confronto, ascolto e soprattutto rispetto delle regole del gioco. Colorobbia le stava rispettando: se il progetto fosse andato avanti potevamo avere tutto il tempo per approfondire, fare osservazioni, spulciare le carte e poi anche dire di no".
Imprenditoria e territorio, altro punto al centro della discussione. "La salute prima di tutto, ma stiamo attenti agli “imprenditori del panico” che posti di lavoro ne creano pochi. Il nostro territorio deve essere un luogo in cui chi vuole investire sa che si troverà davanti cittadini scrupolosi ma aperti alla discussione e senza pregiudizi".

L’affaire Colorobbia chiama in causa anche Rossana Mori, che prende parte al botta e risposta virtuale. "Forse - commenta il sindaco montelupino - distinguere quando un progetto è dell’amministrazione comunale, e quindi l’onore della comunicazione spetta al Comune, e quando il progetto è totalmente privato non farebbe male alla discussione e neppure a ricondurre tutti all’esercizio delle proprie funzioni con la massima tranquillità".