Un tesoro artistico abbandonato: è deserto il cantiere della Pieve di Coiano

Il restauro della pieve romanica di Coiano è fermo da tempo

La pieve di Coiano 'ingabbianta' da ponteggi e transenne

La pieve di Coiano 'ingabbianta' da ponteggi e transenne

di COSIMO FIRENZANI 
Castelfiorentino 3 agosto - Un cantiere abbandonato da oltre un anno e mezzo. Ponteggi e transenne che ingabbiano uno dei maggiori esempi del romanico in Valdelsa, una delle submansiones citate dal vescovo Sigerico di Canterbury durante il suo viaggio verso Roma attraverso la via Francigena. I lavori alla Pieve dei santi Pietro e Paolo di Coiano, nelle vicinanze della frazione di Castelnuovo a Castelfiorentino, sono fermi da tempo. Il restauro alla chiesa di proprietà della Diocesi di Volterra iniziò nel 2006. Era l’occasione per permettere la riapertura di uno dei gioielli che si trovano lungo la Francigena dopo decenni di abbandono. I contributi arrivarono dalla Cassa di risparmio di Firenze, dalla Cei e, in piccola parte, anche dal Comune di Castelfiorentino. All’epoca fu anche aperto un conto corrente per chi volesse fare una donazione per i lavori. Si trattava di interventi pesanti, strutturali considerando lo stato gravissimo in cui versava la chiesa. Per prima cosa venne “ingabbiato” il campanile che presentava condizioni strutturali molto precarie. Ma i lavori sono andati avanti, in vari passaggi, fino ad un anno e mezzo fa: poi lo stop. Come spiega il parroco di Coiano, don Maurizio Volpi, l’intervento si è rivelato strada facendo molto più sostanzioso di quanto fosse stato previsto all’inizio. Nei piani iniziali i lavori oltre a riguardare l’edificio, la canonica e il campanile (con gravi problemi strutturali) avrebbero dovuto prevedere anche un ostello per i pellegrini che percorrono fino a Roma la via Francigena. Il modello da seguire doveva essere quello di Santa Maria a Chianni di Gambassi Terme (altro esempio di architettura romanica in Valdelsa), dove nel 2011 è nato un punto di accoglienza, l’ostello Sigerico, per i pellegrini. 
LA PRIMA notizia della pieve di Coiano risale al 994, probabile anno di compilazione del diario di Sigerico di Canterbury. La prima notizia certa dell’esistenza della Chiesa, risale al 1029, anno in cui viene menzionata col titolo di pieve. Nel XIV secolo contava su sei spedali e su diciannove chiese minori, molte delle quali dislocate nel fondovalle dell’Elsa. L’attuale edificio è un rimaneggiamento del XII secolo. E’ posizionato in cima ad una scalinata, ha pianta basilicale, con tre navate ed è stato realizzato in pietra arenaria e mattoni. Nella facciata si apre una grande portale con architrave e soprastante un arco a tutto sesto. A destra, per chi si trova di fronte alla chiesa, c’è una torre campanaria. 
Tra l’altro, due anni fa è stata ultimata un’area attrezzata all’aperto per i pellegrini della via Francigena nella parte retrostante della Pieve. Tavolini, una bacheca e un fontanello, proprio accanto al parcheggio realizzato dal Comune in occasione del Giubileo. Il costo dell’opera fu di 40.000 euro, di cui 24.000 finanziati dalla Regione Toscana. Sia l’area che il parcheggio realizzato in occasione del Giubileo si trovano su un appezzamento di terreno di proprietà dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del clero di Volterra e concesso in comodato per 50 anni al Comune di Castelfiorentino. Nel 1999, tra l’altro, uscì la pubblicazione “Conoscere la Valdelsa” a cura del gruppo storico Castelvecchio e sostenuta dalla Banca di Credito Cooperativo di Cambiano: un lavoro di ricerca e studio partito da un censimento di tutte «le testimonianze del passato» della Valdelsa. Ecco cosa si scriveva a proposito della Pieve di Coaino: «Una delle più belle chiese della Valdelsa, in cattivo stato di conservazione e, pertanto, bisognosa di un urgente intervento di restauro conservativo».