Piano di rigenerazione urbana, Montelupo sesto in graduatoria regionale

L’area oggetto di uno studio per il suo recupero è quella che comprende anche la stazione ferroviaria, l’area delle ex ceramiche Fanciullacci e la foce del fiume Pesa

Il sindaco di Montelupo, Paolo Masetti

Il sindaco di Montelupo, Paolo Masetti

Montelupo, 29 luglio - La rigenerazione e la riqualificazione della porzione di territorio comunale che comprende la stazione ferroviaria, l’area ex Fanciullacci e la foce della Pesa è inserita fra le priorità regionale della Regione Toscana. Nel gennaio 2014 l'Anci Toscana ha a inviato a tutti i comuni le informazioni relative ad un accordo stipulato con la Regione Toscana per la ricognizione delle aree urbane in condizione di degrado urbanistico da sottoporre ad interventi di rigenerazione.

Il comune di Montelupo ha risposto indicando l’area da sottoporre al percorso di rigenerazione urbana e nel mese di giugno è arrivata la comunicazione che l’intervento di Montelupo è arrivato sesto fra 42 domande presentate. In pratica la Regione Toscana metterà a disposizione dell’ente un gruppo di esperti altamente qualificati, selezionati con bando pubblico, che supporteranno i tecnici comunali nella redifinizione delle caratteristiche dell’area e nella sua riprogettazione urbanistica.

“Il fatto che la riqualificazione dell’area Stazione e Fanciullacci sia individuata dalla Regione come una delle 20 aree da riqualificare in Toscana e che supporti il comune in questo processo è importante anche in un’ottica di reperimento delle risorse necessarie”, spiega l’architetto Riccardo Manetti, responsabile del Servizio Assetto del Territorio.

Si cominciano a profilare così possibilità complete di recupero dell’area Ex ceramiche Fanciullacci, che dopo la decisione di intervenire sull’area ex Risorti, rimane il solo nodo critico per il completo recupero del centro storico. L’immobile era stato acquistato dal sindaco Marco Montagni per una cifra intorno ai 650.000 euro nell’aprile del 2004.

L’area per il tipo di lavorazioni e per l’estensione ha richiesto approfonditi studi e numerose conferenze dei servizi con diversi enti: Asl, Arpat e Circondario Empolese-Valdelsa. Sono state individuate una serie di azioni preliminari a qualsiasi intervento:

  1. rimozione coperture in amianto

  2. messa in sicurezza dei solai e delle coperture precarie

  3. raccolta e smaltimento dei rifiuti presenti

  4. rimozione di forni, tubazioni e macchinari vari

  5. demolizione degli edifici

Il comune a partire dal 2012 ha attuato progressivi interventi per rispettare le indicazioni emerse nella conferenza dei servizi e per mettere in sicurezza il sito. La Sovrintendenza non ha riconosciuto la struttura come un bene da preservare. Questo fatto unito alla necessità di bonifica dell’area suggerisce per ragioni di sicurezza la demolizione degli edifici. Ad oggi la storia delle ex Ceramiche Fanciullacci si ferma qui: alla necessaria bonifica e messa in sicurezza. Per quanto riguarda le destinazioni future e le scelte urbanistiche il comune di avvarrà del supporto dei tecnici messi a disposizione dalla Regione. 

“La vicenda legata alle ceramiche Fanciullacci è complessa perché richiede interventi per garantire la sicurezza e la tutela ambientale. Non solo, quel luogo rappresenta per i montelupini un simbolo di un’epoca. Bisogna però prendere atto anche del degrado della struttura. Considerati i diversi aspetti, il riconoscimento e il supporto tecnico della Regione Toscana sono un’opportunità per la rigenerazione dell’intera area. Desidero condividere con i cittadini le scelte urbanistiche e progettuali e a tal fine sarà avviato un percorso partecipativo”, spiega il sindaco di Montelupo Paolo Masetti.