Mercoledì 24 Aprile 2024

Castelfiorentino premia il suo campione di paraclimbing

Alessio Cornamusini, 48 anni, disabile, ha vinto il titolo nazionale di arrampicata sportiva

Alessio Cornamusini

Alessio Cornamusini

Castelfiorentino, 22 gennaio 2015 - Anni di successi, risultati brillanti, sfide vinte. E' la storia di un percorso a ostacoli tutto da raccontare. Alessio Cornamusini, campione italiano di paraclimbing (arrampicata sportiva) e protagonista di varie competizioni internazionali, sarà premiato domani alle 16 nel palazzo comunale di Castelfiorentino, la sua città, dal sindaco Alessio Falorni. La medaglia d’oro in Austria, il secondo posto al mondiale di Spagna e il podio più alto al campionato italiano sono solo alcuni dei traguardi raggiunti e superati con soddisfazione e sacrificio. Oltre ai meriti sportivi e all’abilità, c’è di più: la cerimonia di domani sarà l’occasione per far conoscere a tutti la grande forza d’animo di Cornamusini, atleta di spirito e di coraggio affetto da una grave disabilità, che però non gli ha impedito di seguire la sua più grande passione. Quarantotto anni, un passato da imbianchino e una vita completamente dedicata allo sport. La determinazione c’è, la grinta non gli manca. Ed è sempre stato così. «Fin dall’età di 12 anni – racconta – quando ho iniziato con il nuoto. Poi l’amore per il karate e nell’87 un grave incidente automobilistico. I legamenti al ginocchio sinistro erano andati. Una placca metallica al femore e il tendine rotuleo reciso dell’altro ginocchio, mi avevano limitato la flessione delle articolazioni al 50%. Sono rimasto fermo fino al luglio ’88». Fino a quando il destino lo ha messo sulla via dell’arrampicata. «Insieme ad un amico incontrato per caso decidemmo di partire per la Francia. Lui sarebbe andato a scalare. Io sono sempre stato un amante della montagna e della natura, così l’ho seguito». Parte così una storia di sfide continue, con se stesso e non con gli altri. Mettersi alla prova, superarsi, vincere le paure. Fino al ’95 Cornamusini pratica l’arrampicata a livello amatoriale. Poi un’altra drammatica fatalità: «Mentre mi stavo arrampicando ho avuto un malore. Sono caduto da un metro e mezzo. Un volo banale che però mi è costato una lesione midollare». A causa di una disabilità neurologica e fisica il pluricampione può utilizzare solo il 10 % della muscolatura negli arti inferiori. «Secondo i medici sarei rimasto su una sedia a rotelle ma dopo due interventi, la riabilitazione e tanta tenacia, eccomi qua». Più il tempo passava e più gli stimoli erano soddisfacenti. Così Cornamusini si è messo a lavoro, costruendosi una piccola parete in casa per allenarsi e recuperare. «Nel ’97 ho ricominciato con l’arrampicata, sono diventato istruttore e ho iniziato con le gare. Il sogno però resta quello di promuovere il mio sport (particolarmente indicato per i portatori di handicap, ndr) nelle scuole. Incontrare i ragazzi, gli insegnanti e i genitori. Non tutti hanno lo spirito di reazione che ho avuto io. Come un antico gladiatore ogni giorno combatto per salvarmi la vita. Ma lo faccio senza paura e vorrei poter trasmettere questo messaggio di speranza agli altri».